Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 519

degli intonachi esteriori delle cappelle 37, 38 e 39 rovinate dall’umidità”. Pare logico che questa rifinitura sia stata attuata dopo, e non prima, dell’intervento murario per soprelevare la cappella centrale. Una perfetta documentazione visiva di come sia risultato il complesso del Calvario dopo questi lavori ci è dato da due vedute disegnate dal Rovere nel luglio del 1847: una con la panoramica della Piazza Maggiore ripresa dalla loggia di ponente o dal piazzale proprio sotto di essa, l’altra con l’insieme delle tre cappelle del Calvario colte di facciata. Intanto, per l’interessamento di alcuni zelanti membri della giovane ed allora fattiva Società d’Incoraggiamento allo studio del disegno di Varallo, fin dal 1845 il pittore ed architetto varallese Giacomo Geniani prevedeva la costruzione di un’intera loggia attorno all’aula centrale del Cristo in croce, per collegare esteriormente le tre cappelle. Il progetto verrà realizzato con alcune varianti dopo la morte del Geniani (1849), nel 1851-52, come si può già constatare nella veduta della Piazza Maggiore del Ladner, eseguita subito dopo, nel 1853. Nella realizzazione di questi lavori anche la scalea gaudenziana di accesso e il finto loggiato sovrastante saranno coinvolti e radicalmente trasformati. La scalea verrà colmata e ricoperta, e la finta loggia sovrastante, dotata di pavimento, costituirà una parte dell’intero loggiato di collegamento tra l’Inchiodazione e la Deposizione, che viene così ad aggirare la cappella centrale gaudenziana. Una nuova scalea in pietra viene così creata di fianco (a nord) di quella eliminata, partendo però dall’arcata più settentrionale della Deposizione dalla croce, mentre la precedente era collegata con l’altra arcata (quella più a sud). La scalea di discesa non avrà un vero parapetto, ma seguirà un disegno a gradoni simili a quelli che nello stesso giro di anni verranno realizzati sia nella scalinata discendente dalla Visitazione, sia sulla Piazza dei Tribunali per la cappella di Gesù condotto per la prima volta da Pilato. Dalla parte opposta, sul lato meridionale del complesso, la lunga scalea seicentesca, risalente a Giovanni d’Enrico e situata all’estrema destra con andamento diagonale, seguendo arditamente lo strapiombo del “super parietem” su Varallo, viene anch’essa interamente rifatta, ruotandola di alcuni metri e così ponendola in asse con il centro dell’Inchiodazione. Viene in tal modo ad addossarsi, verso sinistra, alla parte reggente il lato meridionale della nuova loggia che circonda la cappella del Cristo in croce. Si verifica così un nuovo “caso limite”, perché ne risulta la terza redazione della scalea, dopo quella quasi certamente gaudenziana e del primo Cinquecento e quella seicentesca del d’Enrico. Il progetto del Geniani (1845), che deve essere quello approvato solo il 22 519