E di chi saranno stati gli affreschi?
Non lo si potrà forse mai sapere con certezza. Ma se, come credo di aver dimostrato, sono di poco anteriori al ciclo del Sepolcro della Madonna, potrebbero
essere stati dello stesso valente artista di area lombarda del tardo Quattrocento
che eseguì appunto gli affreschi, ora nella Pinacoteca di Varallo, del Sepolcro
della Madonna. Altra ipotesi, che siano dovuti all’anonimo maestro che affrescò la cappella della Madonna delle Grazie nell’omonima chiesa francescana ai
piedi del sacro Monte.
L’architettura del nuovo edificio
Come si è detto, il merito di aver intuito per primo che tanto la cappella della
Crocifissione, o di Gesù che muore in croce, quanto successivamente quella dei
Magi, sono state ideate e realizzate in toto da Gaudenzio, spetta al Galloni, novant’anni or sono. Tale acuta osservazione è stata in seguito ripresa da tutta la
critica senza la benché minima attenzione.
Infatti l’aspetto riguardante l’attività di Gaudenzio architetto non è finora
stato approfondito globalmente. Alcuni accenni geniali sono stati fatti nella seconda metà del Novecento dal Testori, trattando soprattutto della Grotta della
Nativita’al Sacro Monte ( che tuttavia non spetta a Gaudenzio) e della Cappella
di Loreto alle porte di Varallo.
Successivi apporti sono avvenuti da parte mia in anni ormai lontani, riferendomi pure all’Oratorio di Loreto, trattando poi di Gaudenzio e la Cappella della Crocifissione in una pubblicazione intitolata Gaudenzio il Maestro, quindi
studiando tutto il complesso di Betlemme sul “super parietem” in particolare
a riguardo della Cappella dei Magi e di quella della Presentazione al Tempio o
della Circoncisione. Ne ho poi ripreso l’argomento recentemente pubblicando
lo studio, scritto più di vent’anni or sono, sulla Fontana della Piazza Maggiore del Monte, anch’essa sicuramente di Gaudenzio. Per cui mi pare superfluo
ripetere oggi quanto scritto in proposito in momenti diversi nell’arco di vari
decenni.
Quando dunque nel 1515, o poco dopo, il Ferrari deve cominciare ad interessarsi all’ideazione della nuova cappella di Gesù in croce , ha già al suo attivo
in campo architettonico, non solo tante “architetturae fictae” , cioè dipinte negli sfondi dei suoi trittici e polittici o dei suoi affreschi, soprattutto quelli della
parete divisoria in S. Maria delle Grazie, ai piedi del Sacro Monte ( 1513), ma
anche almeno due opere realizzate e di assoluta originalità: il leggero, arioso, incantevole portichetto che recinge con lo svelto ritmo del suo colonnato la cella
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