“Nel riuscire di questo luogo santo da lato ce la circuncisione...„. Penso
sia stata una geniale ispirazione di Gaudenzio, autore anche di questo gruppo
statuario, di risolvere il problema, ed era l’unica soluzione possibile, facendo
precedere alla stessa Grotta della Natività, ovviamente, non più l’Adorazione,
ma l’Arrivo dei Magi, come se stessero per entrare insieme ai veri pellegrini.
L’artista poteva quindi creare una scena fastosa con il corteo dei re orientali,
caro alla tradizione pittorica del Quattrocento. E così in attesa di poter creare
una cappella degna del fatto evangelico e delle sue tradizionali, fastosissime raffigurazioni, nel 1513 noi troviamo all’esterno della grotta una prima raffigurazione:
“Con li tre magi fuor qua per entrare Come in tal luogo vano adorare”.
É ovvio che si sia trattato di un affresco di modeste dimensioni (la guida di solito fa notare quando si tratta di sculture; né era possibile lasciare all’aperto un
gruppo statuario in legno od in terracotta) e che l’autore sia stato lo stesso Gaudenzio, tanto per richiamare provvisoriamente anche quel mistero ai pellegrini.
Tutto ciò aveva però dovuto comportare l’apertura di una porta sul lato settentrionale della grotta, porta che a Betlemme non esiste e che, sono convinto,
in origine non doveva esistere neppure a Varallo,(i fedeli dovevano quindi scendere e risalire dalla grotta solo attraverso alla scaletta di destra, essendo solo di
figura quella di sinistra) con maggior fedeltà al modello palestinese e con più
evidente impressione di penetrare in un vero ambiente sotterraneo. Ciò comportava ovviamente anche un percorso maggiore per i pellegrini provenienti dal
complesso di Nazaret che dovevano risalire il declivio fino all’attuale Secondo
sogno di S. Giuseppe per poter accedere alla grotta e rendeva anche difficoltoso
l’ingresso e l’uscita dei pellegrini stessi costretti tutti a passare per l’unica scaletta praticabile.
Il varco aperto con l’innovazione gaudenziana è costituito dal passaggio che
ancor oggi, protetto da una grata, mette in comunicazione diretta la Cappella
dei Magi con la Grotta di Betlemme.
L’affresco doveva trovarsi sulla parete esterna presso questa nuova apertura.
È forse ancora sulla lontana eco di questi fatti che, secondo il Fassola (1671),
la cappella sarebbe stata fondata nel 1500 e terminata nel 1520. Ne sarebbero
stati munifici benefattori “Certi Signori Milanesi”, non però i signori della Castellanza come hanno creduto di poter leggere l’Arienta ed il Butler, che offrirono la somma di duecento scudi d’oro, che però non furono sufficienti o finirono
malamente.
Invece, secondo un documento già esistente presso il Seminario d’Adda di
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Cappella - 5