Varallo, ricopiato dal Geniani e pubblicato dall’Arienta, ma che oggi non possiamo più controllare, l’anno di fondazione dovrebbe essere il 1519. Il testo
infatti dice: “Nel 1519 Havendosi principiata la cappella dei tre Magi un
Guardiano del Monastero abusò e tolti per lui scudi 200 quali li furono dati
in Milano dalli fondatori di essa cappella dei tre Re Magi per compir detta
cappella la quale ancor oggi di per questo fatto è restata imperfetta come si
vede”.
Ad un periodo assai più avanzato credettero di poter datare questo mistero il
Colombo (1881) ed il Galloni (1914), seguiti da molti altri, collocandolo nella
ormai tarda attività di Gaudenzio, tra il 1536 ed il 39; ma in quegli anni egli
stava già da tempo lavorando a Milano.
La critica piú recente in fine (Brizio, Testori, Mallè, Viale) concordemente
e giustamente anche per evidenti ragioni stilistiche, anticipa l’erezione attorno
al 1525-28, compiuta cioè la grande impresa della Crocifissione, e subito prima
che Gaudenzio si trasferisse definitivamente da Varallo a Vercelli.
Si può dunque tentar di conchiudere pensando che la cappella possa essere
stata iniziata veramente attorno al 1519 (l’affresco infatti non era che una soluzione provvisoria in vista forse della visita al Sacro Monte del superiore generale
dei Francescani P. Francesco Lichetti,) che i lavori siano stati poi sospesi per il
fatto citato dal documento pubblicato dall’Arienta e che siano stati definitivamente ripresi e condotti a termine appunto tra il 1525 ed il 28.
È merito però del Galloni l’aver intuito per primo che, come per la Crocifissione, anche qui l’autore di tutta l’opera, architettura compresa, doveva essere
lo stesso Gaudenzio che veniva così nuovamente a creare un monumento d’eccezione per unità di concezione e perfetta concordanza delle tre parti; costruttiva, plastica e pittorica. Tale acuta osservazione è stata successivamente accolta
e ribadita da tutta la critica.
La nuova, grandiosa opera, pur mantenendo molti elementi in comune con
la Crocifissione, rivela però anche alcuni mutamenti notevoli. Già la sua posizione stessa non la pone più dominatrice sull’alto di una rupe, ma addossata al
declivio del colle e concatenata con gli altri edifici di Betlemme, che avevano
fatto pensare con eccessivo entusiasmo al Testori che tutto il complesso fosse
creazione di Gaudenzio.
La copertura non è più a padiglione, come era in origine quella del Calvario,
ma a capanna, dando così, come coronamento alla facciata, volta verso nord,
un nobilissimo frontone, racchiuso dal tipico cornicione gaudenziano a mezzo
toro, listello e gola diritta, ornato al centro di una stella in rilievo a richiamare la
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