Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 30

accenna, come per altre stazioni, all’intenzione di erigerlo in futuro. Quindi dev’essere di qualche tempo almeno posteriore a quella data. D’altra parte, non solo è raffigurato con scrupolosa precisione nella veduta del Sacro Monte del quadro di Brera, ma essendo del tutto simile alla Santa Casa venerata a Loreto così com’era prima che verso il 1513-14 si iniziasse lentamente a rivestirla della splendida decorazione marmorea con statue e rilievi del Sansovino e di altri celebri scultori, deve quindi essere almeno non molto posteriore a quell’anno. Si aggiunga poi che originariamente nell’interno era collocato il gruppo della Madonna col Bambino, descritto attentamente nelle guide del 1566 e del 1570, ora nella cappella del Secondo sogno di s.Giuseppe (Cappella IX), opera di Gaudenzio che, come è noto, terminò la sua attività sul Sacro Monte attorno al 1528. Esso tuttavia viene collocato dalla critica non verso gli ultimi anni, ma attorno al 1515 per ragioni di affinità stilistiche con quello della Presentazione al Tempio. Per cui tutto porta a ritenere che l’attuale edificio dell’Annunciazione (già Casa di Loreto) debba essere sorto attorno al 1515, o poco dopo, in pieno periodo gaudenziano. La guida del 1566 pare poi sottolineare volutamente, ed è cosa abbastanza inconsueta, che si tratta dell’opera di un maestro qualificato: “… un’altra chiesa siede Che ritratta è da quella di Loretto E tal nome anche il suo maestro gli diede” Considerando dunque l’epoca di erezione, l’accenno al costruttore, la presenza all’interno fin dall’origine del gruppo scultoreo di Gaudenzio, mi pare si possa conchiudere con notevole fon datezza che l’architetto sia stato Gaudenzio stesso. Si aggiunga a conferma l’alta qualità dell’architettura. L’esterno, tanto caratteristico per la sua semplicità, il coronamento ad arcatelle cieche, il campaniletto a vela sulla parte posteriore, è un documento eccezionale perché è forse ormai l’unico esemplare superstite della Santa Casa di Loreto che riproduca il sacello del famoso santuario marchigiano come era prima dei cinquecenteschi lavori di rivestimento architettonico e scultoreo. Significativo è il raffronto con rilievi, medaglie, intarsi, ecc… che ci hanno tramandato l’antico aspetto del sacello marchigiano. Quindi all’esterno l’impronta dell’architetto è quasi del tutto assente; anche l’originaria porta d’ingresso 30 Cappella - 2