Ed in questo “loco sancto” dovette un giorno verificarsi il furto di elemosine, delle vesti delle due statue e degli anelli della Madonna a causa della poca
protezione, come ricorda a molti anni di distanza un capomastro in una lettera
indirizzata il 19 ottobre 1572 a Giacomo d’Adda, ragion per cui ancora oggi si
vedono chiaramente i segni di una doppia grata per maggior difesa tra la parte
riservata ai fedeli e quella occupata dalle statue. L’episodio verrà poi ripreso dal
Fassola che gli attribuirà una conclusione miracolistica piuttosto discutibile sotto tutti gli aspetti, affermando che il ladro “fu reso immobile da una guanciata
della Vergine, fin’à tanto, che la giustitia l’hebbe nelle sue braccia”. E tale narrazione verrà poi riportata a lungo dalle guide del Sacro Monte.
Intanto era stata costruita la cappella della Santa Casa di Loreto quasi al di
sopra della grotta che risultava così ancor più umiliata e nascosta. Perciò, verso il 1540, dimenticata ormai da tutti la sua precisa rispondenza con la grotta
esistente in Palestina, e non concependosi più che un episodio così importante
come l’Annunciazione potesse essere rappresentato in un ambiente tanto umile, quando ormai il Sacro Monte poteva vantare cappelle quali quelle grandiose
della Crocifissione e dei Magi, si provvide ad erigere una nuova cappella alle sue
spalle in posizione più elevata (l’attuale Visitazione ).
Si passa così alla seconda tappa.
Il nuovo edificio, costituito da una splendida sala cinquecentesca di gusto tipicamente lombardo, con elegantissima volta ad ombrello e lunette, preceduto da
un luminoso portico, non compare ancora in una delle prime vedute del Sacro
Monte sullo sfondo di una tavola della Pinacoteca di Brera del 1540-43 circa.
Ma doveva già essere terminato nel 1544, anno segnato su di un piccolo vetro
dipinto, raffigurante appunto l’Annunciazione, situato un tempo nella finestra
di questa cappella e da circa trent’anni previdentemente ritirato nel piccolo
Museo del Sacro Monte.
Attorno al 1544 deve di conseguenza anche essere stata eseguita la stupenda
decorazione pittorica dell’aula a ricchissime e grottesche raffigurazioni di Profeti nelle lunette per opera del Luini o dello Zanetti.
Nella stessa epoca vennero trasferite le trepide ed umanissime statue gaudenziane di Maria e dell’Angelo, e forse in quell’occasione il gruppo venne completato con il raffinatissimo inginocchiatoio decorato da fini intarsi dipinti.
Così l’originaria Grotta di Nazaret venne dimenticata e ridotta allo umilissimo rango di magazzino, come purtroppo è ancora oggi. Il portichetto antistante, ancora aperto verso il 1565-70 venne in seguito chiuso (come si vede
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Cappella - 2