grande fedeltà l’analoga grotta venerata a Nazaret, oggi racchiusa entro una
grandiosa e modernissima basilica. L’umilissimo ambiente, addossato alla roccia su due lati, che ho avuto la fortuna di identificare trenta anni or sono, ancor
quasi intatto, celato dietro alla cappella del Primo sogno di S.Giuseppe, e di cui
ha recentemente trattato l’amico prof. Bossi, presenta all’interno ancora gli ultimi avanzi dell’antica decorazione ed una struttura volutamente irregolare ad
esatta imitazione della grotta palestinese.
Qualche tempo dopo la morte del Caimi (1499) la cappelletta venne dotata
delle due soavissime figure in legno e stoffa della Vergine Annunziata e dell’
Angelo Annunziante, già assegnate a Gaudenzio fin dalla introduzione alla guida del 1566, e che il Testori con illuminata intuizione ha nuovamente ridato
a Gaudenzio giovane per indubbi caratteri stilistici, riferimento che tutti i più
qualificati studiosi del maestro hanno ormai pienamente condiviso, datandole
attorno al 1505-10.
Ma essendo allora questa la prima cappella di tutto il complesso, sia come
ubicazione, sia anche come svolgimento dei fatti evangelici, parve ben presto
richiedere un aspetto più prestigioso e l’esigenza di costituire una tappa per i
pellegrini stanchi per la salita ed un eventuale riparo dalle intemperie. Si eresse
così un piccolo portico che venne a proteggere la grotta sui due lati liberi, ossia a
mezzogiorno e ad occidente con due arcate per lato. La sua datazione deve aggirarsi attorno al 1510-15, perché la bella decorazione architettonica rinascimentale che ancora in parte orna una arcata verso ovest e che in parte è nascosta sotto la calce sul lato di mezzogiorno, rivela una affinità così stretta con quella del
portico gaudenziano della cappella di Loreto alle porte di Varallo e degli archi
della parete affrescata da Gaudenzio alla Madonna delle Grazie, da far pensare
che come egli fu l’autore delle due dolcissime statue della Madonna e dell’Angelo, così sia stato anche l’architetto che ideò ed eresse il piccolo portico.
Così è suggestivamente descritta la cappella nella guida del 1514 con i suoi
poveri versi:
“… puoi discendi fina un loco sa ncto
Doue principio di salute prendi
Se qui col cor deuoto posi alquanto
Qua Gabriel da lalto ciel discendi
Maria anunciar col dolze canto
In una capeleta concauata
Simille luoco fu anunciata”.
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