al Sacro Monte. Così era nuovamente avvenuto nel 1582, sempre per venerare la Sindone su invito del nuovo duca Carlo Emanuele I. Cosi ancora avverrà
nell’ultima visita dell’ottobre 1584, che terminerà anch’essa a Varallo pochi
giorni prima di conchiudere la sua esistenza terrena a Milano la sera del 3 novembre.
Ma l’accorrere premuroso di S. Carlo a Vercelli per visitare Carlo Emanuele
ammalato fa sorgere immediatamente il pensiero che sia stato il Santo stesso a
suggerire al duca sabaudo, quasi come un voto, il pellegrinaggio al non lontano e
celebre santuario varallese a lui tanto caro ed a cui, come certo il duca sapeva, il
Borromeo si era recato al ritorno dalla sua prima visita a Torino. Si può dunque
conchiudere che la prima andata di Carlo Emanuele di Savoia al Sacro Monte
deve collocarsi verso la fine di settembre o il principio di ottobre del 1583, ed è
facile pensare che, come a Vercelli egli era stato ospite del palazzo dei conti Salomone di Serravalle, nell’andata ed al ritorno da Varallo abbia potuto sostare nel
loro castello serravallese.
La visita poi del duca al Sacro Monte poteva assolvere contemporaneamente
a molti scopi: prima tra tutti un atto di devozione e di rendimento di grazia; in
secondo luogo un gesto di simpatia e di venerazione verso S. Carlo; poi anche
un omaggio all’arte per ammirare le splendide opere di Gaudenzio di cui altri
insigni esempi il duca aveva potuto vedere a Vercelli; ma, conoscendo le sue
mire espansionistiche, non ultima ragione doveva anche essere quella di visitare
e conoscere una terra confinante con i suoi stati ed incominciare ad attirarsi le
simpatie di quelle popolazioni nella speranza di poter forse un giorno acquistare
la valle, seguendo già fin da allora la sua ben nota politica “del carciofo”.
Per queste varie ragioni era particolarmente indicato dimostrare in modo
tangibile la sua venerazione verso il Sacro Monte e S. Carlo e la sua munificenza
verso il popolo valsesiano lasciando una testimonianza concreta e durevole; e
non vi poteva essere scelta migliore che l’erezione di una cappella.
Risalirà dunque alla prima visita dell’autunno del 1583 il proposito di far erigere a proprie spese la Strage degli innocenti? Considerato che la visita successiva
con la consorte duchessa Caterina avvenne nella quaresima del 1587, quando la
cappella era già iniziata da tempo, pare veramente di si, nonostante l’opinione
contraria del Fassola e di molti altri dopo di lui.
Anzi, si può pensare che la seconda visita, oltre a confermare e rinfrescare i
propositi che già avevano guidato la prima, oltre a quello di far conoscere alla
duchessa, da non molto sposata, il santuario varallese ed a rendere un postumo
tributo di omaggio e di venerazione a S. Carlo, avesse anche lo scopo di consta101