STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 76

malcapitato Ollio, rubò a Laura un sorriso. Ma fu solo un istante. Il suo viso, bello anche senza un filo di trucco, infatti, si rifece di nuovo pensoso. La sua vita era grigia e senza sole: come se i suoi anni si consumassero in un eterno inverno. Ma era stato sempre così? Quanti di quei suoi trentuno anni poteva salvare da quel cielo greve? "Potessi ritornare bambina, avevo tanto di quel entusiasmo! Ogni cosa era importante, le corse sui prati, i nuovi compagni... ed ero sempre abbronzata. Adoravo gironzolare scalza nei campi del nonno, alla caccia di qualche fiore o perduta nella visione delle vie crucis delle formiche. Poi son cresciuta e ho conosciuto Mirko... Sì, avevo avuto anche qualche altro filarino ma, appunto, filarini. Invece Mirko l’ho sposato. Ormai sono tre anni che non lo vedo. Chissà con chi è a quest'ora... Sicuramente con qualcun'altra a festeggiare insieme con una compagnia numerosa: gli son sempre piaciute le feste rumorose. Io, invece, eccomi qua, rintanata nella mia tana, sola a guardare un vecchio film in tv la notte di Natale. Oh sì, avrei potuto anch'io tuffarmi nel casino allegro degli ospiti di mio fratello, ma non ho voluto perché non voglio contagiare nessuno col mio grigiore. E' giusto che si godano il cenone senza avere tra i piedi musi lunghi. E' strano, ma il fatto di aver trovato Mirko abbracciato nel suo ufficio con una sua cliente, non mi sembra più importante... E' proprio vero che il tempo smussa anche l'acredine più ruvida e fa dileguare anche le attrazioni più potenti: non credo proprio che, se me lo vedessi ora qui davanti, proverei per lui più quel trasporto di allora. No, non credo proprio, o sì? In tutti i modi..." Laura stava per concludere le sue riflessioni, per spegnere la tv, per prepararsi per la notte e, finalmente, andarsene a letto. Ma non fu possibile mettere in moto la sequenza che l'avrebbe affidata direttamente alle braccia di Morfeo. Il suono del citofono attirò la sua attenzione. Guardò l'orologio, erano le nove e mezzo di sera: "Chi può essere?... Uhm, ho capito. E' Roberto che per l'ennesima volta mi vuol chiedere di passare la serata con loro. E' testardo come un mulo... lo era da bambino e lo è adesso, ma è il miglior fratello del mondo..." Pensò Laura mentre pigiava l'apertura centrale dicendo: – Sali Roberto. Lo attese vicino all'entrata appoggiandosi al muro con le braccia incrociate. Tutto un tratto se lo vide di fronte: