La vera sorpresa era riservata al tardo pomeriggio. Durante il pranzo domenicale me li
guardavo ben bene i miei altri ‘tre’ nonni. Io ero servizievole e attento ai loro bisogni già di
mio. Spontaneamente. D'istinto. Ma, quando sapevo di avere nel pomeriggio quegli
spocchiosi ospiti recalcitranti e renitenti al mio privilegio, moltiplicavo le attenzioni, volevo
che fossero nel pieno del loro splendore! (... Vi faccio vedere io... I figli della regina... Il
Presidente... Gli onorevoli. I miei compagni erano invidiosi. Ma perché? I miei nonni... I
miei cinque nonni mi erano stati dati dal buon Dio... non li avevo mica presi a qualcuno!)
Quindi, metà li avevo presentati e metà era ancora da presentare.
Metà?
Beh, mi imbrogliavo un po' a considerare la faccenda in questi termini.
A rigor di logica, il mattino avevo presentato solo i due quinti del... mio privilegio.
Quando mancava una manciata di minuti alle cinque del pomeriggio, uscivo nel corridoio
ad aspettare i miei compagni. Gli inquilini che passavano guardavano incuriositi la mia aria
di sufficienza che, con molta cura, avevo indossato già da fine pranzo. Mi lavavo i denti e
dicevo al ragazzino nello specchio:
– Forza, facciamoli rimanere a bocca aperta.
Poi, quando i miei compagni c'erano tutti, entravamo in casa:
– Ecco, vi presento nonna Filomena... nonno Pietro...
– Buonasera, bambini! dicevano in coro.
La nonna preparava dei bicchieri di gelato indimenticabili, così buoni che quasi i miei
compagni dimenticavano il vero motivo che li aveva spinti a quell'appuntamento.
Ma non dimenticavo io.
Infatti, dopo essere riusciti per almeno due volte a grattare il fondo del bicchiere,
l'interesse ricominciava a far capolino. I miei compagni cominciavano a fare un po' di conti.
"Dunque", pensavano i miei amici, "...due nonni li abbiamo visti stamattina... Due
adesso... Beh, sicuro, i biscotti alla marmellata di fichi sono stati grandiosi... E questo
gelato? Megagalattico! Tuttavia qualcosa non quadra: due nonni più due nonni fanno quattro
nonni, e se il nostro compagno spera di comprarci con biscotti e gelato per non dire in giro
che i suoi sono dei normalissimi quattro nonni, si sbaglia di grosso!"
Ma io serbavo per la fine la risposta al loro sguardo interrogativo. Così, quando la
tensione era salita abbastanza, quando i discorsi cominciavano a perdere d'efficacia, quando
gli argomenti si riducevano al guardarsi in faccia in cerca di una domanda finale…