Il garofano
Fu invitato anche lui. Si preparò insieme agli altri. Anche se un po’ attempato aveva pur
sempre il diritto di proporsi al meglio delle proprie possibilità. E poi cosa gli mancava? Era
di razza bianca (non che questo sia un particolare merito, semplicemente era proprio
bianco-bianco: come l’abito da sposa che usava una volta: bianco e non bianco-pecora…),
stava su dritto anche quando il Cielo, bontà sua, gli permetteva di esagerare nel bere.
A un certo punto fu agghindato in modo decoroso. Come gli altri. Quella sera pioveva.
Avrebbe preferito viaggiare da solo per raggiungere la destinazione (lamentava un po’ di
claustrofobia), ma era un convinto democratico e si sacrificò accettando di stare in mezzo
agli altri. Nel gruppo, tuttavia, non occupava la zona centrale: per fortuna, almeno respirava
un po’! Viaggiarono tra alcuni lampi che sembravano voler anticipare i flash del fotografo
che, appena scesi dall’autobus, li immortalò.
Sul posto era convenuto già un nutrito numero d’invitati. O concorrenti. Sì, concorrenti
è molto meglio: è più a la page. Precisamente è più cool. Beh, riferito ad un appuntamento
mondano organizzato per celebrare un fidanzamento, il termine ‘concorrenti’ può far
storcere il naso a qualche purista o nostalgico dei feuilleton, in ogni modo, considerato che
nel terzo millennio si concorre per qualsiasi cosa e, tenuto conto che non si possono
livellare gli stipendi, si livella quel che si può. Ad esempio dando a tutti il ‘titolo’ di
concorrente. E poi anche un evento sociale è un concorso, quindi, amen.
Lui e il resto del gruppo erano insieme al futuro sposo. Fu quest’ultimo che li presentò
alla fidanzata. Lei era veramente bella. Proprio bella. Non era necessario che parlasse. Ma
parlò. Non si sa cosa disse. Sorrise magnificamente. Li osservò raggiante e li invitò ad
entrare. Qualcuno li fece sistemare nel salotto. La serata fu bellissima. Fu un evento
importante. Ufficiale. Furono presentati ai parenti, i quali sorrisero non solo per rispettare i