STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 53

"Solo un attimo fa, ero pronta, con delle scuse ignobili a scaricarlo al suo destino rallentato, perché credevo... poi, è bastata la presenza di Valeria, per sentirmi come una cagnetta alla quale abbiano sottratto l'osso. Un osso che avevo già rifiutato e che mi vergognavo di presentare ai miei... e a chiunque altro." Poi, si rivolse a Davide, che insieme a Valeria, la osservavano preoccupati, e disse: – Davide, mi dispiace, non sono riuscita a fare granché per te. In cambio, ho scoperto di essere malata anch'io. – Malata, che vuoi dire... e di cosa? chiese allarmato Davide. – Di egoismo – rispose singhiozzando Poi riprese: – Si è fatto tardi, se avete bisogno sapete dove trovarmi... Ciao –. Davide e Valeria seguirono con lo sguardo la sua figura che si allontanava verso la fontana del Nettuno. Poi, sparì dietro l'angolo. In via Ugo Bassi il semaforo rosso aveva raccolto i pedoni. Un bambino, col suo sacchetto di patatine McDonald's si era messo a guardarla. Dispiaciuto per le lacrime che rigavano il viso di Barbara, decise di passare all’azione: le sorrise e le offrì una patatina. Barbara l'accettò e sorrise anch'essa. Poi disse alla mamma del piccolo: – Complimenti, suo figlio è un genio: mi ha consigliato la terapia per guarire dalla mia malattia. La signora la guardò incuriosita e meravigliata. Poi, chiese: – E, scusi... quale sarebbe questo rimedio miracoloso? – Il dare, signora. La terapia per l'egoismo è il dare... Arrivederci.