qualcosa, se ne vanno a vivere insieme ai nativi: tutto il tempo libero lo trascorreva con lui.
Era decisa a scoprire tutto quello che poteva sulla sclerosi a placche. Certo, il suo approccio
non era molto ortodosso, ma si sentiva una pioniera e, pur non sapendo nemmeno lei cosa
cercasse esattamente, non voleva contentarsi di una ricerca dal percorso ordinario: sperava
che un follow-up giornaliero su Davide, l'avrebbe condotta da qualche parte... Invece,
almeno fino a quel momento, l'unica cosa che aveva ottenuto, era quella di fungere da
parafulmine alle secchiate di lampi corrosivi che lui le scaraventava addosso. Nelle rare
pause di quiete, lui si trasformava: le attenzioni e la dolcezza che le riservava le davano
l'impressione di avere davanti solo un micetto impaurito.
Barbara è molto più gratificata se riesce a scambiare due parole con qualcuno che le
siede di fronte, tuttavia, a causa del superimpegno lavorativo, in quella manciata di minuti
che gli rimanevano prima di cadere stremata sul letto, navigava su internet. Qui aveva fatto
'conoscenza' con 'Runboy'. Ormai era quasi un anno che Runboy le faceva trovare tutte le
sere una pagina nella quale parlava della sua attività di centometrista e delle sue aspettative.
Lei gli rispondeva firmandosi 'Greengirl': ormai non riusciva più ad andare a dormire se
prima non si dedicava alla lettura del messaggio del fantomatico e romantico Runboy. Tutte
le sere la sua missiva finiva con la stessa frase:
'…Greengirl, ricordati che la felicità è una farfalla che ha bisogno di posarsi da qualche
parte, ma non su un pugno chiuso: apriamolo e nel suo palmo sentiremo riposare le sue ali.
Felice notte.' Runboy.
Ma, quella sera prima della consueta frase di chiusura, trovò una richiesta inaspettata:
Runboy le chiedeva un appuntamento in centro, domenica mattina al bar di fronte a san
Petronio: lo avrebbe riconosciuto dalle rose rosse poggiate sul tavolino. Dopo un attimo di
sorpresa, Barbara si risolse scrivendogli che era contenta d'incontrarlo e che, quindi,
accettava con piacere. La primavera non aveva avuto più ripensamenti; il tepore si era
trasformato in un caldo gentile e la gente sedeva accanto ai tavolini all'aperto. Su uno di
questi spiccavano delle rutilanti rose che aspettavano uno sguardo azzurro interessato a
loro. Barbara, emozionata le scorse. E scorse anche lui. Di spalle. Si avvicinò e, con la voce
che tradiva il suo turbamento interiore, gli disse:
– Scusa, sei Run... La voce le morì in gola. Adesso lo vedeva bene: era Davide. Davide
che, esterrefatto, chiese a sua volta:
– Non dirmi che tu... tu sei Greengirl!