STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 46

– Forse è la lontananza dalla tua ragazza ad ispirarti questo particolare momento di sconforto... si sa... con la storia dei congressi siete sempre in giro... e la solitudine si fa sentire. – La mia ragazza... figurati... vuoi sapere di cosa parlavamo? Anzi, di cosa parlava lei?: '…Come era vestita la moglie del professor Tizio? Chi era lo scienziato più importante del congresso?... E hai provato a entrare nella sua equipe? …Dovresti indirizzare la tua ricerca verso un "principio attivo" che ti assicuri fama e denaro...' E poi la continua pianificazione di settimane bianche, viaggi in atolli vacanzieri, la collezione autunno-inverno... primaveraestate... Più che una ragazza era la vuotezza personificata... mai che mi abbia chiesto cosa voglia veramente io. In cambio, mi ha fatto capire con chiarezza cosa voleva lei! E non coincideva assolutamente con quello che sogno io... così ci siamo lasciati. Si erano seduti su una panchina vicino a un passerotto che saltellava tra le foglie. – E... tu, chiese Valeria, – tu cosa sogni? Il suo bacio fu lieve. – Te, principessa, le disse tra i capelli. Non era una principessa. Né la figlia del maggior produttore di spaghetti d'Europa. Valeria aveva semplicemente discusso una tesi di laurea da centodieci e lode, e quella era la sua meritatissima vacanza: era il regalo dei suoi amici che avevano voluto premiarla, visto che aveva dovuto fare i salti mortali dividendosi tra l'università e il lavoro. Valeria non avrebbe voluto perché non ama particolarmente gli atolli vacanzieri o le settimane bianche. Poi dovete arrendersi alla loro affettuosa pressione. Così scelse di trascorrere quindici giorni al 'Majestic'. Non si allontanò moltissimo dalla sua città: circa trecento chilometri. La distanza giusta per trovare l'amore.