– Forse è la lontananza dalla tua ragazza ad ispirarti questo particolare momento di
sconforto... si sa... con la storia dei congressi siete sempre in giro... e la solitudine si fa
sentire.
– La mia ragazza... figurati... vuoi sapere di cosa parlavamo? Anzi, di cosa parlava lei?:
'…Come era vestita la moglie del professor Tizio? Chi era lo scienziato più importante del
congresso?... E hai provato a entrare nella sua equipe? …Dovresti indirizzare la tua ricerca
verso un "principio attivo" che ti assicuri fama e denaro...' E poi la continua pianificazione
di settimane bianche, viaggi in atolli vacanzieri, la collezione autunno-inverno... primaveraestate... Più che una ragazza era la vuotezza personificata... mai che mi abbia chiesto cosa
voglia veramente io. In cambio, mi ha fatto capire con chiarezza cosa voleva lei! E non
coincideva assolutamente con quello che sogno io... così ci siamo lasciati.
Si erano seduti su una panchina vicino a un passerotto che saltellava tra le foglie.
– E... tu, chiese Valeria, – tu cosa sogni?
Il suo bacio fu lieve.
– Te, principessa, le disse tra i capelli.
Non era una principessa. Né la figlia del maggior produttore di spaghetti d'Europa.
Valeria aveva semplicemente discusso una tesi di laurea da centodieci e lode, e quella era la
sua meritatissima vacanza: era il regalo dei suoi amici che avevano voluto premiarla, visto
che aveva dovuto fare i salti mortali dividendosi tra l'università e il lavoro. Valeria non
avrebbe voluto perché non ama particolarmente gli atolli vacanzieri o le settimane bianche.
Poi dovete arrendersi alla loro affettuosa pressione. Così scelse di trascorrere quindici giorni
al 'Majestic'. Non si allontanò moltissimo dalla sua città: circa trecento chilometri. La
distanza giusta per trovare l'amore.