anche abituata a far tardi la sera... ma solo per ragioni di lavoro: nel giorno di chiusura
settimanale, spendeva il suo riposo tra la spesa al supermarket, un film visto al cinema il
pomeriggio e, infine, cena davanti ad una tv soporifera che la spingeva ineluttabilmente a
letto.
Erminia non era uno schianto, ma nemmeno banale: quando si truccava (negli ultimi
tempi non ci pensava più; l'ultima volta l'aveva fatto circa un anno fa, quando fece da
testimone di nozze ad una sua amica d'infanzia) poteva anche sembrare bella. Infatti,
qualcuno che l'aveva giudicata bella l'aveva trovato. Anche lui era un tipo; non da poter
partecipare ad un concorso di bellezza maschile, ma con un suo particolare fascino. Forse
perché faceva il medico. Comunque si misero insieme.
Non è che fossero bene assortiti. A lei interessavano i libri di cucina, le avventure e
disavventure dei vip che leggeva sui settimanali di gossip, i film dove erano assicurati finali
mano nella mano (i film col finale drammatico li evitava; era informatissima sulle trame dei
film in circolazione) e, soprattutto, il ballo, non per niente era iscritta ad un corso di danza
che frequentava assiduamente. Lui invece amava il jogging (per correre si alzava quando
ancora i lampioni notturni illuminavano il pasto dei gatti miagolanti nei cassonetti
dell'immondizia), le notizie politiche delle varie testate che riassumeva ad un'Erminia del
tutto incapace di apprezzarle (non era colpa sua se la politica non l'appassionava), la
filosofia e, ovviamente, la medicina. Si erano conosciuti in un viaggio-vacanza; su una nave
che faceva rotta verso sud. Per Erminia era la prima volta. Aveva sentito parlare così bene di
quel genere di vacanza che, quando si trovò su quell'isola galleggiante tra i gridi dei
gabbiani, si sentì partire per un sogno. All'ora di pranzo si ritrovò seduta e senza appetito. Il
ristorante della nave ospitava i suoi cacciatori di felicità che sorridevano alla leggera brezza
marina che s'insinuava al suo interno con cortese discrezione. C'erano anche dei bambini
che, a differenza di Erminia troppo presa dall'evento per desiderare di mangiare, si tuffavano
nei loro piatti con voracità. Uno di loro, cercando di tagliare col coltello un'oliva verde, le
fece un regalo trasferendo quest'ultima direttamente nel suo bicchiere d'acqua per mezzo di
un salto magistrale. L'acqua, a causa della salsina che avviluppava l'oliva, iniziò
immediatamente ad assumere una colorazione limone maturo. Il bambino, meravigliandosi
esso stesso della sua prodezza, guardava con viva curiosità il bicchiere come fosse un mini
acquario giallo-verdastro con mini pallone da rugby incorporato. Attilio rise con spontaneità
all'espressione di sorpresa che si era disegnata sul viso di Erminia che, aveva visto tuffarsi