dovrebbero pensarci?”, pensò Giovanni che stava dando le ultime raccomandazioni a suo
fratello, prima di lasciarlo libero nel corridoio della scuola.
La giornata volò tra mobbizzati e richieste di pensione. Ah, la pensione. Un tema che non
si sapeva come trattare. I lavoratori li guardava in faccia, e li vedeva centenari e ancora
erano dietro a sbrigare lavori.
Il mattino dopo, Giorgio si fermò vicino a ‘Babbo Natale’:
– Ma, scusi signor Babbo, mi dica, aspetta qualcuno qui?
Il vecchio lo guardò e non sapeva cosa dire. Non era a disagio. Era solo che non trovava
le parole per spiegare al suo piccolo interlocutore il motivo della sua presenza lì.
– Certo che aspetta! Aspetta il treno delle 7 e 15, intervenne Giovanni, per fugare
l’imbarazzo.
In quel momento il rimbombo di un treno scosse il soffitto della galleria.
– Ah, ma sarà già passato: saranno le 8 meno un quarto. Io devo stare a scuola per le 8…
quindi…
– Infatti, be’ non ho tanti impegni. Prima o poi riuscirò a beccarlo, disse stavolta pronto
l’anziano.
– Prima o poi? commentò Giorgio.
– Sì. Voglio dire, un giorno o l’altro. Non ho una grande fretta. Ma come tutti, prima o
poi bisogna che lo prenda quel treno. Ciao e buona giornata a scuola.
Era passato un mese.
Quel lunedì, la cartella di Giorgio pesava più del solito.
Quando arrivarono vicino al ‘loro’ Babbo Natale, Giorgio aprì la cartella e ne estrasse il
suo salvadanaio. Lo apri con la chiavetta di fronte all’esterrefatto barbone. Prese tutti i
nichelini e glieli porse tra le mani:
– Signor Babbo, non si offenda. Ma io sono grande ormai. Vuole che non abbia capito
che lei non ha abbastanza denaro per viaggiare? Ecco, stavolta sono sicuro che ce la farà a
proseguire il suo viaggio. Sono i miei risparmi. Li avevo messi da parte per comprarmi una
bici nuova. Ma ne ha più bisogno lei. Tra l’altro, mancano due mesi a Natale: se non si
sbriga chi li sente piangere tutti bimbi del mondo? Ho un compagno in classe che, solo se
dimentica la merenda, dà di matto… figuriamoci se non arrivassero i suoi regali di Natale!
Giovanni non aveva colto il segnale. Pensava che suo fratello si portasse dietro il suo
‘tesoro’ per capriccio: