STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 18

– …Sai, ho smesso di voler diventare tutto quel che io possa diventare: faccio solo cose che mi piacciono e che mi appassionano. Senza grandi progetti, solo perché è bello farlo, disse a Nicole. – Scusami, c’è un’aporia nel tuo discorso, sì insomma, ti sfugge qualcosa: tu stai già diventando tutto quel che tu possa diventare… proprio facendo le cose che senti di saper fare, commentò divertita Nicole. Una sera Marco andò a cenare da Nicole. La ragazza viveva in centro con la madre. Marco salutò e si presentò a sua madre. Nell’attesa che gli spaghetti finissero il loro gorgoglio nella pentola, si mise a osservare la sfilza di fotografie che ornavano il salotto. Scatti magnifici. Soprattutto una foto lo colpì. Si riconobbe. – Nicole, vieni… scusa, ma queste foto e soprattutto questa foto, chi le ha fatte? – Ti piacciono? Sono immagini che mio padre presentò nella sua unica mostra della sua carriera. – Il fatto è che una foto identica, questa col bambino attaccata al cancello, ce l’ho in casa… e quel bambino sono io. Nicole lo guardò come lo vedesse per la prima volta, poi disse: – È vero. Sei proprio tu. Ecco perché la prima volta che ti vidi mi sembrò di conoscerti da sempre: ti ho avuto sotto gli occhi sin da quando ero una bambina! La figlia di David continuò a guardarlo. In quegli occhi, negli occhi di Marco, le parve di vedere distese di panni stesi al sole. E lo baciò.