STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 15

La carriera di prete passa attraverso i seminari. Ma, prima di fare questo passo e in accordo con i suoi, Marco decise di fare una, come chiamarla? Forse… prova di ‘avvicinamento’ alla fede. Fu così che, tutte le mattine, iniziò ad alzarsi alle 5,30 per andare a seguire la messa delle 6. In chiesa i soliti cinque anziani costituivano i fedeli della funzione. Qualcuno, a metà messa, ronfava. Don Armando, cortese e con una pazienza enorme, alzava il volume della voce, per un istante, e rimetteva in fase d’ascolto il buon ronfatore. Dire che Marco si fosse affezionato alle attività della chiesa e ai suoi orari – aveva perfino indossato, ormai, i panni di chierichetto ufficiale – è dire poco. Tutti lo presero in simpatia: – Meno male che esistono ancora ragazzi come lui, altro che discoteche e musica rap! dicevano i fedeli. Oddio, tutti tutti, proprio no. Ad esempio, Temistocle, che era sicuramente un brav’uomo, aveva qualche critica in tasca. Molto del suo giudizio era legato al suo ruolo di sagrestano. E, si sa, i sagrestani non vanno tanto d’accordo con chi, come Marco, vada , alle 6 meno un quarto delle mattine di gennaio, a bussare al portone della chiesa affinché apra. Comunque, pur di poche parole e con il tempo, Temistocle assegnò, anche lui, al giovane aspirante prete una certa simpatia. A fianco alla chiesa era stato tirato su un edificio ‘moderno’ (sì, insomma, uno di quei mostri architettonici, freddamente geometrici e che fanno appello a Mies van der Rohe per avere una giustificazione colta). Nell’edificio erano stati tirati su degli appartamenti. In uno degli appartamenti, tutte le mattine e alle 6 meno un quarto, un baldanzoso dandy (o pappone?), tirava su una bionda. E non era mai la stessa. Ma anche le brune non erano mai le stesse. Come si possa bere dello spumante all’alba, per Marco era un mistero. Lui non riusciva a berlo nemmeno a capodanno. Una mattina il dandy/pappone, sventolandogli una bottiglia di bollicine da cento euro, gli fece: – Ehi, ragazzo, ne vuoi un po’? – Dice a me? No, grazie. Lei è gentile, ma io devo andare a messa. – A messa, ma chi te l’ha ‘messa’ questa idea in testa? commentò in modo spavaldo il dandy abbracciato alla bionda nuova. Li vide entrare tra gli sghignazzi che rimbombavano nella portineria.