STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 14

Arrivederci , disse mentre lasciava il biglietto sul banco e , quasi correndo , si avvicinò all ’ uscita .
Fuori non c ’ era alcun macchinone . Nessuna troia . C ’ era solo il suo motorino scassato che , per una volta , non fece storie e corse nel buio della periferia . Sulla soglia del bar , il barista gli urlava dietro sventolando il biglietto da cinquanta euro . Voleva ridarglielo indietro . Aveva capito che era solo un ragazzino che cercava di capire qualcosa della vita . La lezione era stata data , il barista e clienti rientrarono . Il ragazzo aveva lavorato tre giorni con suo padre per guadagnarsi quei cinquanta euro .
Marco , sul motorino e nel freddo della prima notte , si ritrovò a riflettere : “ Però , cinque euro per una gassosa son tanti . Non mi vedranno mai più in quel locale ”.
La sera dopo stava ancora pensando alla sua disavventura : “…’ Tanto Mario riapre , prima o poi ’. Sì , Ligabue può anche venire in persona . Si può mettere con la sua Gibson super jumbo sotto casa , e cantarmela dal vivo “ Certe notti ”. A me di Mario e di quel suo maledetto bar non me ne fotte niente : ‘ Certe notti ’ è meglio starsene a casa !”
Era il 25 aprile , festa della Liberazione . Niente scuola . Marco , erano ormai le 17 , scese nel solito bar sottocasa . Arrivò don Armando e , ringraziando con un cerimoniale degno del Quirinale , si portò via il cartoncino con sette cornetti che il barista non era riuscito a vendere . Quest ’ ultimo li avrebbe buttati . Ormai conosceva bene i suoi clienti : dopo quell ’ ora nessuno più li comprava . La cena incombeva . Quindi , li regalava al prete che li distribuiva , come dolce , agli anziani della sua parrocchia .
Don Armando , tra i 30 e i 40 anni , era molto benvoluto in quell ’ angolo di periferia . In un mondo che lamentava penuria di vocazioni , lui rappresentava la forza nuova . “ Dev ’ essere bellissimo occuparsi di chi ha bisogno . È una gran fortuna diventare come lui ”, pensò ammirato Marco .
Quel verbo , ‘ diventare ’, gli accese una lucina che già conosceva . “ Be ’, il fatto che abbia fallito nel cercare diventare un bullo , significa solo che non ero destinato a quel ruolo … e poi , non è che , a conti fatti , fare il bullo sia una gran carriera , non a tutti piacciono quei tipi lì . Però , a questo punto , posso tentare la carta religiosa ”, rifletté . Ne parlò in casa : – Se voglio diventare tutto quel che io possa diventare , ho bisogno di seguire le strade che mi si aprono , disse solenne ai genitori che si guardarono negli occhi .