STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 13

Comunque sia e in ritardo, cominciò a crearsi una sorta di pubblico. I cani e la loro corsa divennero poco importanti. I vecchietti pensarono di far riposare i neuroni e lasciarono perdere la scopetta. – E dimmi, nel caso io non volessi saperne di servirti il whisky e non ci pensassi nemmeno a darti il resto dei ‘tuoi’ cinquanta euro, cosa succederebbe, sarebbe un problema per te? chiese il barista che, se non era il Mario di Ligabue, ne aveva sicuramente la stazza. La voce di quell’omaccione aveva un qualcosa di tonante e minaccioso. Somigliava a quella… del suo ‘maestro’ della sera prima. “Mio Dio, sarà mica il fratello del bullo di ieri sera. Magari e diversamente da lui, ha scelto di fare il barista!”, pensò atterrito Marco. Urgeva parlare. Urgeva una soluzione. Quello, tra l’altro, aveva allungato la mano sotto il bancone. “No, la mazza da baseball, no!”, quasi urlò tra se. Il fatto era che, la sera prima e quando l’energumeno si era allontanato, il barista aveva mostrato a tutti i suoi clienti la sua arma da difesa, asserendo che per un momento gli era balenata l’idea di rompergliela sul cranio. Marco, prima di prendere mazzate, cercò di prendere tempo: – Eh sì, amico mio. Sarebbe un problema enorme. – Enorme? – Certo, enorme. – Enorme quanto? Enorme come un grattacielo, un condominio di media altezza, una villetta di periferia con i gerani… chiese il barista che si era avvicinato pericolosamente a Marco. Era ormai a dieci centimetri dalla sua mano dolorante e con, la si vedeva spuntare nascosto dietro la schiena, la mazza da baseball tenuta saldamente nella mano. – No, ma per carità. Non siamo a quei livelli… diciamo enorme come una capannina di paglia… quelle dove ci si apposta per andare a caccia, disse con voce poco convinta il ragazzo. – Quindi, la storia del whisky… – Be’… ma se non c’è whisky andrebbe benissimo una gassosa. Via, non sono uno che faccia storie, io. Poi, per il resto dei soldi, guardi: è tutto qui”, Marco estrasse il biglietto dalla tasca, “ Ieri sera siete stato gentilissimo a farmi credito. Le avevo promesso che avrei saldato stasera. Ecco qui: è un biglietto da cinquanta. La gassosa costa cinque euro. Di ieri le dovevo quarantacinque euro. Siamo pari… Anzi, maledetti impegni, devo correre.