STILELIB(e)RO Racconti di periferia | Page 10

pubblicità. Tuttavia, negli occhi di quel bambino incollato al metallo, il reporter non aveva rilevato nessun panno steso, felice, al sole periferico. Decentrato. Le altre foto che aveva realizzato erano belle. Quella che scattò al bimbo, senza se e senza ma, era straordinaria. Lo dissero anche i visitatori, pochi, della sua esposizione d’addio al mestiere. La mostra l’aveva titolata poeticamente “Racconti di periferia”. – “Racconti di periferia”, ti dai alla scrittura? aveva scherzato Antonio. No, che non si dava alla scrittura, il suo intento era di usare l’immagine come mezzo di narrazione. E, almeno quelli appassionati di fotografia, avevano gradito. Sì, non è che fosse una grande novità, l’immagine che racconta. Ma, per David era così: in tutta la sua vita non aveva fatto che scattare foto, belle ma da vendere ai settimanali. Con la mostra, invece, niente questioni economiche, solo arte e poesia. La mostra finì. Davide fece una copia della foto del bambino attaccato al cancello e la portò a casa dei genitori del piccolo. – È per voi. (Era vero). È stata la foto più ammirata della mia mostra d’addio. (Era vero). Centinaia di persone avranno nella loro memoria un posto per lo sguardo di vostro figlio. (Era falso: in sei giorni di apertura, aveva fatto 31 spettatori… però tutti, nessuno escluso, avevano manifestato simpatia per quello scatto). David salutò i genitori del bambino e andò via. La foto ebbe una cornice rubata a un quadro vecchio e un posto in cucina. I progetti di David prevedevano… A questo punto, di David e del suo progetto, si persero le tracce. Marco nacque in quella periferia che era stata oggetto degli scatti per una mostra. Anzi, la foto con le sue piccole braccia aggrappate al cancello, aveva costituito il pezzo forte dell’esposizione. Il luogo che lo aveva accolto era buono solo per ambientarci storie per romanzi e foto per “Racconti di periferia”. La periferia dei romanzieri, come sanno bene e per analogia gli appassionati di film western, è del tutto inventata. Il far west fu solo una gran fatica per tutti quei disperati che arrivarono nel Nuovo Mondo, e la fine per quelli che non sapevano nemmeno di abitarci nel Nuovo Mondo. Allo stesso modo, della periferia vera, non c’è niente di eroico. Non te ne fai niente, e non offre niente. Infatti, Marco, capì da subito che bisognava affrancarsi da quel paesaggio (a dire il vero e for short, più che ad affrancarsene,