SHOW ROOM_30 ANNI | Page 5

alimentare per l’ aumento del prezzo del grano, l’ inflazione ed altri fattori affatto secondari quali l’ orientamento al consumo( e non più al risparmio) delle famiglie.( per brevità non esamineremo le cause di tutti questi elementi). La crisi economica non risparmiò né le piccole-medie né quelle imprese con un’ impennata del tasso di disoccupazione e le conseguenti difficoltà del sistema bancario mondiale. Come conseguenza della disoccupazione, più di 81mila famiglie in Italia non rispettarono il pagamento dei mutui, orientandosi verso prodotti a basso costo.

ANNI

Saddam Hussein determinarono un calo di produzione del petrolio con conseguente aumento del prezzo dell’ energia e una forte inflazione, diffusa in tutto il mondo occidentale. Semplificando molto, per compensare la nuova ondata inflattiva, la Banca centrale americana ridusse la quantità di banconote in circolazione, aumentando il tasso di interesse per il denaro fermo nei depositi bancari( non investito in nuove attività industriali). Questa manovra provocò enormi scompensi per i Paesi in debito che si trovarono nella condizione di dover tagliare la spesa sociale. Diminuirono l’ inflazione, ma anche le attività industriali, i posti di lavoro … Non si replicò più, negli anni a venire, la situazione di crescita economica del secondo dopoguerra. Dagli anni Novanta si verificò una serie di crisi finanziarie fino ad arrivare a quella più grande del 2008. Nei testi economici spesso si costruiscono paralleli tra il 2008 / 2014 e il 1929 / 1933. Al di là della distanza temporale che rende inattuabile questo parallelo, è vero che si trattò, in entrambi i casi, di una crisi strutturale, con una mancanza di liquidità che determinò il fallimento di molte imprese e, nel 2008, una drammatica criticità sul mercato immobiliare per le difficoltà di sostenere i mutui da parte di chi li aveva accesi, prevalentemente le famiglie. Dunque, una crisi che influì su più fronti particolarmente gravosa per il comparto dell’ edilizia. A questo si aggiunga che nei mesi precedenti alla“ detonazione” della crisi si era verificato un repentino aumento del prezzo delle materie prime( legato all’ incremento del prezzo del petrolio), la crisi
PORTE E FINESTRE: DA COMPONENTI EDILIZIE A OGGETTI TECNOLOGICI E DI DESIGN Furono le crisi energetiche degli anni Settanta e la crisi finanziaria del 2008 il riferimento contestuale per i produttori di porte e finestre. Il tessuto industriale del comparto porte e finestre era agli esordi negli anni Sessanta. Le piccole imprese artigiane- di fatto falegnamerie e carpenterie per il settore dei serramenti in metallo- erano le referenti delle imprese di costruzioni sia per l’ edilizia privata, sia per l’ edilizia pubblica. Le imprese di costruzione avevano un ruolo centrale e governavano la rete di fornitori. Al tempo del piano Ina Casa l’ impresa di costruzione era al centro del processo. L’ oggetto costruito aspirava ad essere un prodotto e la relazione tra gli attori che concorrevano alla sua realizzazione era diretta. Dunque, l’ impresa dialogava contrattualmente, tipologicamente ed economicamente con il produttore di porte e finestre, inizialmente un artigiano, talvolta già orientato verso un percorso di industrializzazione. Negli anni Ottanta il comparto del serramento era, però, ancora caratterizzato da un numero esiguo di produttori industriali e da un grande numero di piccole imprese artigiane. È chiaro come le condizioni al contorno- crisi energetica e inflazione- condizionassero, in un circolo alternato vizioso / virtuoso, sia la domanda, sia l’ offerta e lo sviluppo delle aziende di produzione. A questo si aggiunga che proprio con le due crisi energetiche degli anni Settanta cominciò a emergere il dibattito sull’ ecologia, sulla riduzione dei consumi, sull’ effi
Negli anni Ottanta il comparto del serramento era caratterizzato da un grande numero di piccole imprese artigiane
5