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ANNI

IL SIGNIFICATO SIMBOLICO È IMMUTATO NEL TEMPO?
Elemento simbolico ricorrente nel fantasy, nella narrativa di fantascienza, nelle fiabe, negli albi illustrati( nei videogiochi), a partire dalla porta dantesca che, nell’ Infero della Divina Commedia, apre all’ ignoto, la porta, è passaggio nell’ altrove. Nei racconti, la porta scopre il desiderio di allontanarsi dai luoghi conosciuti verso spazi nuovi. In Attraverso lo specchio di Lewis Carroll( del 1871, seguito delle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie), la porta è uno specchio, superarla porta in un’ altra realtà. Sono molti i riferimenti letterari, cinematografici, nel mondo dell’ arte, nella fotografia. Citiamo la porta chiusa di Barbablù( nei Racconti di mamma Oca di Charles Perrault, 1697). Barbablù, ricchissimo signore, a causa del colore della sua barba e del mistero sulla fine delle sue mogli, non riesce a trovare una compagna. Alla fine, riesce a persuadere una giovane a cui consegna le chiavi di tutte le porte della casa, raccomandando che una soltanto non venisse aperta. Naturalmente la donna trasgredisce, scoprendo così la fine delle fanciulle che l’ avevano preceduta. La porta, l’ atto del varcare una soglia resta denso di curiosità, obiettivi, speranze, immagini di futuro, più che di passato. d’ interni, è diventata protagonista degli ambienti. E questo è già un punto stimolante per designer e produttori, più degli aspetti prestazionali, dell’ aspirazione al silenzio perfetto, al movimento fluido o della sintonia tecnica nella congiunzione con la parete. C’ è un approccio“ vecchia maniera” che pur rivelando soluzioni interessanti, non entra nel merito del significato dell’ oggetto porta, conserva la sua destinazione di scopo, semplicemente come soglia e passaggio. Comincia, però, ad affiorare una ricerca che si coordina con i nuovi modelli abitativi di flessibilità, che esplora il layout degli appartamenti, degli spazi di lavoro, degli ambienti polifunzionali, in cui la trasformabilità è la vera sfida progettuale. La produzione edilizia( perché quello è il nostro riferimento, sia porte, sia finestre seguono i trend dominanti e le variazioni del mercato immobiliare che a loro volta dipendono dalle mutazioni degli scenari economici, sociali e ambientali) fatica a trovare strade innovative rispetto a processi e metodi costruttivi tradizionali. Se l’ attenzione è puntata sugli esiti e sulle esigenze ambientali che questa inerzia fisiologica innesca( diminuzione degli sprechi, prefabbricazione, industrializzazione), l’ abusata espressione“ cambio di paradigma” dovrebbe realizzarsi in un ripensamento profondo delle tipologie, in risposta necessaria( come abbiamo accennato poc’ anzi) alle esigenze sempre più imperative degli individui e delle comunità. Sempre di più si ragiona sulle senior housing, co-housing, student living e micro-living. L’ attuale modello di risposta sia del mercato immobiliare, sia delle aziende è debolissimo e si gioca sulle differenti gamme di prodotti e sull’ accessibilità economica. La capacità d’ acquisto è la discriminante, non i comportamenti in trasformazione esito dell’ evoluzione culturale e i conseguenti modelli di fruizioni. La parola“ circolarità” si applica all’ ambiente, non all’ uso condiviso, per esempio e alle esigenze anche tecnologiche, di durabilità e manutenibilità che nascono dalla diversa fruizione dell’ oggetto. Se è evidente che c’ è convergenza di fondo tra le due circolarità, quella ambientale e quella legata alla trasformabilità, tuttavia le declinazioni sul prodotto per quest’ ultima non vengono particolarmente indagate. La ricerca dovrebbe investire sull’ innovazione nell’ approccio culturale per agevolare l’ ingresso di tecniche e prodotti“ straordinari” sul mercato, dimostrando come l’ armonizzazione tra sistemi e gestione possa portare a una reale qualità sostenibile dell’ abitare.
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