ANNI approfondimenti
COSA È E COSA NON È LA PORTA OGGI Tornando alla porta, per l’ architetto e per il privato è“ arredo”, dunque da trattare secondo logiche coerenti, sia per metterne in evidenza la presenza, sia per renderla invisibile e mimetica. La chiave di aggiornamento è oggi la“ flessibilità”, che passa anche attraverso la personalizzazione dei sistemi per disegnare quinte domestiche e spazi particolari. Altro elemento sui cui si concentra l’ innovazione è l’ impatto ambientale: l’ eco-compatibilità è in primo piano. Federlegno-Arredo ha elaborato un percorso di eco-valutazione che certifica l’ uso di vernici all’ acqua, il controllo della formaldeide, dei VOC, la riciclabilità degli imballi. Di fatto non esiste, però, un percorso progettuale tracciato sull’ adattamento domestico riferito alla metamorfosi dello stile di vita e alle potenzialità di trasformabilità e di personalizzazione, nel corso della vita dell’ oggetto porta. Da una parte questo è dovuto a una domanda immobiliare fuorviante: le aziende rispondono a un mercato immobiliare inerziale che replica i modelli“ innovativi” che risalgono, in buona sostanza a cinquant’ anni fa e che generano domande simili a quelle del passato. Dall’ altra la progettualità delle aziende, ma anche degli interior designer e degli architetti, sull’ oggetto porta è limitata. L’ innovazione orientata a una potenziale“ rivoluzione” non è ancora un percorso sperimentato. Abbiamo già detto tutto sulla porta? Verrebbe da affermare che si, abbiamo detto molto, ma c’ è ancora un grande spazio di aggiornamento lavorando in termini multidisciplinari, cogliendo i segnali di cambiamento.
LA NUOVA VITA ARTISTICA ED ECOLOGICA DELLE PORTE USATE Sulla scia della ricerca di differenti visioni, citiamo due progetti di notevole interesse che interpretano la porta usata come perfetto rivestimento per rivestire le facciate, offrendo il vantaggio di essere un elemento modulare personalizzabile per colore e finitura materica. 1000 doors a Jongno, Seoul è un progetto artistico di Choi Jeong Jwa realizzato usando circa mille porte colorate di recupero per dare nuova identità visiva alla costruzione. L’ edificio preesistente, anonimo, si è trasformato, attraverso il rivestimento della facciata, in un riferimento urbano con la duplice valenza di richiamare le scelte di colore individuali dei precedenti fruitori delle porte in un atto di identificazione collettiva. Altro esempio significativo, nel 2015 lo studio Encore Jeureux progettò il Circular Pavillon, nei pressi dell’ Hotle de Ville, a Parigi. Si trattava di un padiglione, una struttura temporanea sperimentale composta con materiale di riuso. Il del Padiglione prende, infatti, il nome non dalla forma, mai dalla circolarità d’ uso dei materiali. La facciata è rivestita di 180 porte di legno recuperate dalla riqualificazione di un edificio residenziale. La lana di roccia dei pannelli per l’ isolamento termico è stata ripresa dallo smantellamento di un supermercato, tutti i materiali sono stati recuperati. Il padiglione è stato poi smontato e rimontato nel 15esimo arrondissement di Parigi ed è diventato sede di associazioni sportive.
1000 doors a Jongno, Seoul di Choi Jeong
Circular Pavillon, Parigi dello studio Encore Jeureux
18