SHINY MAGAZINE ITA 0 | Page 34

Martyrs si apre in positivo, con la fuga di Lucie (Jessie Pham) dai suoi aguzzini, e termina in negativo, con la creatura che tormenta la povera bambina. Questo prologo, che dura una manciata di minuti, è stato scritto e sviluppato con sapienza ed abilità narrativa. Esso è denso di elementi e di significati che acquistano e sviluppano tutta la loro forza soltanto dopo la visione completa del film. Dopo il prologo, abbiamo il primo atto che narra la vendetta di Lucie (Mylène Jampanoï). Agli occhi del pubblico si presenta una scena ordinaria di vita familiare apparentemente armoniosa che viene spezzata dall’improvvisa irruzione della ragazza armata di fucile e dalla successiva carneficina. Questo atto raggiunge il proprio apice nel confronto fra Lucie e il proprio senso di colpa e termina con il suo suicidio. Nel secondo atto Anna (Morjana Alaoui), che fino a quel momento è rimasta nell’ombra, entra in primo piano rivelandosi la vera protagonista del film. Questo atto comincia in modo rarefatto. Tutti i personaggi del primo atto sono morti ad eccezione di Anna, che si trova sola in una casa di campagna teatro della strage. Lucie è morta e con lei sembra essere morta la sua follia omicida e tutto quell’orrore che si portava dentro fin da quando era bambina. Poi la svolta: il ritrovamento di una ragazza orribilmente suppliziata nei sotterranei della casa. L’atto termina con l’arrivo di Mademoiselle (Catherine Bégin) e con la narcotizzazione di Anna. Il terzo atto si articola in due tempi: il martirio di Anna della durata di circa venti minuti e le conseguenze di tale martirio, altri quindici minuti includendo i titoli di coda, che culminano con il suicidio della Mademoiselle, ossia con la morte del principale carnefice. da solo costituire un film a sé stante. Il primo atto sembra potersi inquadrare nel cosiddetto genere del Rape and Revenge, ma se in tale genere la vendetta costituisce il momento catartico del