di quattro piani questo palazzo, giusto?
- Quattro, si.
- Avevo contato bene. Non c’è problema allora, mi porti in
braccio?
Ovviamente si rendevano conto entrambi che era impossibile. Come avrebbe potuto sollevarlo? Una renna è pesante!
Un altro trucco per farsi liberare?
Simone se lo chiese e Willy si chiedeva se Simone l’avrebbe
pensato.
Chissà, poteva anche funzionare… Solo che quella volta non
funzionò.
- Io non ti libero. A me non la dai a bere. Babbo Natale non
esiste.
- Ecco, sapevo avremmo toccato questo argomento, presto
o tardi. Lo immaginavo. Dunque anche tu sei tra quelli che
dice che non crede a Babbo Natale. Mi vuoi spiegare perché
scrivi la letterina ogni anno? Non è un controsenso?
- Ma la lettera è in realtà per mamma e papà. - protestò Simone. - Così loro sanno che regali voglio e me li lasciano sotto l’albero, per farmeli trovare a colazione. È tutta un’invenzione, Babbo Natale. Una di quelle cose cui si crede quando
si è bambini, ma giusto perché si è piccoli si può crederci.
Gli adulti utilizzano questa storia di Babbo Natale per “costringerci” a fare i bravi, ad ubbidire a mamma e papà, a fare
i compiti. Una specie di ricatto. -
Concluse Simone che, sul punto, aveva le idee chiare. Deciso
senz’altro ad affermare le sue ragioni.
- La pensassero tutti a questo modo, sarei disoccupato. Sai,
ad essere renne in Lapponia non ci sono molte alternative.
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