invece. Il suono dei rintocchi dell’orologio sulla Torre di Westminster
interruppe i suoi pensieri e gli ricordò che anche quell’anno
aveva del lavoro da compiere.
Afferrò l’agrifoglio dal suo vaso, si rimise in testa il cappello
a forma di stoppino e scomparve, lasciando la soffitta più
buia e solitaria.
- Quest’anno è la volta di Adam Stonesoul. - Ricordò a se stesso. - Numero 13 di Barkston Gardens, Kensington. Si tratta
bene il nostro cattivone! Dopo secoli di lavoro, lo Spirito del Natale Passato non aveva
perso il suo entusiasmo. Quasi tutti gli uomini cui aveva fatto visita avevano tratto il massimo giovamento dalla visione
dei loro ricordi. Checché ne dicesse lo Spirito del Natale Futuro, lui ne era certo: le persone si redimevano per nostalgia
di come erano e non per paura di come sarebbero diventate.
Probabilmente sarebbe bastata la sua sola visita per risolvere ogni problema. Certo, quei pochissimi fallimenti erano
stati davvero epici. Il piccolo Adolf era un bambino adorabile, nessuno avrebbe detto che sarebbe rimasto impassibile
di fronte ai ricordi del suo passato, pieno d’amore e fratellanza. - È stata colpa dello Spirito del Natale Presente! - si giustificava sempre. - Gli ha mostrato un potere troppo grande,
sufficiente a fargli dimenticare le gioie del passato ed offuscare il terrore per il futuro! Per fortuna ci sono stati alcuni
dei miei ragazzi a limitare i danni. - Tra i suoi preferiti c’era
anche Oskar Schindler.
Non era ancora finito il rintocco dell’orologio, quando apparve nel lussuoso appartamento di Adam Stonesoul. Il classico uomo d’affari, senza scrupoli.
- Sarà una passeggiata! - pensò. Si ritrovò in un salone enor-
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