Requiem Di Na ale
t
di Giuseppe Sorrentino
Tutto era buio nella solitaria soffitta all’ultimo piano di una
casetta malandata nella periferia di Londra. La luce della
luna rendeva argentei i mobili antichi, ricoperti da strati di
polvere. Un antiquario avrebbe cambiato la sua vita, rivendendo quegli oggetti.
Una figura indefinita si aggirava quale unico abitante della
soffitta. Curvo e minuto, l’essere aveva un cappello a forma
di stoppino, che ne copriva parte del volto. La creatura si avvicinò al caminetto, spento da un secolo ormai, e si soffermò
davanti alla specchiera che lo sormontava. C’erano solo poche suppellettili di grande pregio artistico, ma con un valore
affettivo ancor più grande per la creatura. Un piccolo vaso
con all’interno un rametto di agrifoglio, perfettamente conservato, ed alcune cornici con ritratti e fotografie.
L’essere si tolse il cappello e si mostrò allo specchio. Uno spirito etereo, con un volto simile alla fiamma di una candela. I
suoi occhi si irradiarono in un sorriso quando lesse il nome
sul margine inferiore della fotografia più grande, al centro
del camino.
Ebenezer Scrooge.
- Vecchio taccagno! - cominciò a parlare con la fotografia il
fantasma - Di tutti quelli che ho portato indietro nel tempo,
a visitare i ricordi d’infanzia, sei stato il mio preferito! -.
Se fosse stato possibile, di sicuro una lacrima di commozione avrebbe solcato il volto dello Spirito del Natale Passato.
Accanto alla cornice, c’era un leggìo con un antico libro aperto ad una pagina che conteneva un’illustrazione.
- Francesco Bernardino Visconti. Tu sei stato uno dei primi,
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