Il presepe si illuminò di una luce intensa, mentre un cerchio
di luce azzurra lo contornava.
- Adesso, portami attraverso il portale!
Quello che successe dopo non riuscì a distinguerlo, agì per
impulso, lanciandosi attraverso il varco, scagliandosi contro
il presepe con il vecchio tra le braccia. Nella penombra creata dalla luminescenza, credette di vedere centinaia di strane figure oscene; piccole e malvagie creature ancestrali, che
l’uomo aveva ormai relegato nei meandri dei più oscuri incubi. Ma fu un istante. Appena toccò la luce azzurra il suo
corpo si distrusse in mille pezzi e il nulla lo inghiottì.
La polvere gli riempiva la bocca. Sputò fuori un grosso grumo di terra mentre si rigirava sul duro terreno cotto dal sole.
Il viso rugoso del vecchio riempì la sua visuale.
- Tutto bene giovane?
- Cosa succede? Dove sono? Sono morto?
- No, - aggiunse l’aniziano che lo tirò su a sedere - non ancora. Siamo a dieci chilometri a sud da Gerusalemme. Per l’esattezza a Betlemme.
Il giovane si guardò intorno. Pensò che la vodka fosse stata mischiata a qualche droga allucinogena. Osservò il vecchio respirare affannosamente. Si mise in piedi e lo sollevò
notando che ormai aveva smesso di perdere sangue ma era
ugualmente messo molto male.
- Dannazione vecchio cosa sta succedendo, me lo vuoi spiegare! Sono entrato in quel presepe, e quei cosi nella chiesa!
-Elfi, erano elfi. Folletti malvagi convocati dal Krampus.
- Eh? -
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