Rividero il funzionario il giorno dopo. Il Re di Giudea, Erode il Grande, voleva riceverli con tutti gli onori, consapevole
della loro missione sacra. Melekh e Beltesha’tstsar si trattennero a fatica dal saltare addosso al compagno.
Seguirono il funzionario a palazzo e il Re Erode era nella sala
del trono, circondato dalla corte.
Il Re aveva riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, e s’informò da loro sul luogo in cui doveva nascere il
Messia. Gli risposero: - A Betlemme di Giudea, perché così
è scritto per mezzo del profeta. - Kantschvar era mistico - E
tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo
capoluogo di Giuda: da te uscirà un capo che pascerà il mio
popolo, Israele. -
Kantschvar sussurrò ai compagni che aveva trovato quella
frase in un libro sacro di quel posto. Melekh e Beltesha’tstsar sbuffarono.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece rivelare
con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a
Betlemme esortandoli: - Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere,
perché anch’io venga ad adorarlo. Udite le parole del re, partirono.
Li raggiunse il funzionario. Era rosso in viso e preoccupato:
- Voi siete uomini di Dio e io temo Dio più del Re. Erode crede che quel bambino possa spodestarlo. Quando gli direte
dov’è egli lo ucciderà. È un crimine orrendo che condannerebbe tutta Israele e non posso permetterlo. Vi scongiuro,
onorato il bambino, non tornate da Erode. Sparite dalla Giudea e salvate il fanciullo. - Si allontanò. Dopo dieci metri si
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