piega sugli abiti e nemmeno una goccia di sudore sembrava
scalfire quella sua calma glaciale, innaturale.
Fabian Von Spee era certo che avessero già passato da più di
dieci minuti il bivio per la Tana del Lupo. Senza esserci mai
stato, aveva letto alcuni rapporti che evidenziavano quanto
il complesso, nonostante le dimensioni, fosse ben mimetizzato nell’immensa e tetra foresta circostante.
Il suo sguardo vagò verso la fitta boscaglia, nella speranza di
cogliere un qualche cambiamento in quel paesaggio scuro e
monotono.
Saremmo dovuti già arrivare al borgo rurale di Rastenburg,
si disse temendo di aver in qualche modo sbagliato strada.
E avvertì l’impellente urgenza di fumarsi una sigaretta.
Con una mano cercò nella giubba dell’uniforme senza successo poi, senza distogliere lo sguardo dalla strada sterrata,
tastò sul sedile vuoto al suo fianco. Spostò il berretto ma non
trovò nulla.
Dannazione! Devo averle dimenticate quando sono uscito di
fretta questa mattina.
- Dobbiamo raggiungere il casolare con il tetto rosso spiovente. - gli disse Herr Schmidt senza distogliere lo sguardo
verso l’esterno.
Fabian fu in procinto di obiettare che non erano ancora arrivati, quando sulla destra vide svettare dalle cime degli alberi un campanile.
- Prenda il bivio a sinistra. - continuò atono il misterioso passeggero. - Meglio non passare per il centro del paese. Il bivio comparve all’improvviso davanti al muso della Mercedes-Benz. Fabian pigiò sul freno e imboccò il sentiero non
senza qualche difficoltà nel tenere la strada.
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