filava liscio.
Troppo bello per durare.
Una luce rossa si illuminò sulla consolle.
- Ossian... ci sono problemi . - Imperiali? - Una corvetta... distanza 2.3 in avvicinamento. La faccia di Larsson divenne funerea. Come avevano fatto ad
anticiparli in quel modo? Tutto il vantaggio che sperava di
aver accumulato se ne andava in fumo. Stavano per prenderli.
- Imposta le coordinate per il salto, presto! - Ma è rischioso, con questa ferraglia... senza essere usciti
dal sistema solare... - Meno rischioso che farsi raggiungere. - L’espressione scura in volto di Ossian convinse il pilota che non c’era altro da
fare. Subito le sue dita corsero veloci sulla tastiera e la sua
fronte s’imperlò di sudore.
Attraverso il vetro della plancia, quello che all’inizio sembrava solo un puntino diventò qualcosa di più grosso, metallico... fino a definirsi come una corvetta imperiale. Ormai
troppo vicina per riuscire a scappare.
Due lampi saettarono micidiali. La struttura del cargo fu
scossa dai colpi andati a segno, forse non avrebbe retto ad
un secondo attacco. I fuggiaschi fermarono la nave sperando
di evitare la prossima scarica.
- Catene magnetiche! - ordinò Castillo. E una serie di fulmini
azzurri scaturirono dalla corvetta e avvolsero il Conestoga.
- Ci hanno presi! Non posso effettuare il salto bloccati in questo modo: metà della nave resterebbe qui, ancorata a loro. gridò Zac.
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