- Andiamo, sei pulito, infilati una tuta nuova e seguimi. Non
fare scherzi, rifiuto. O crepi prima ancora di arrivarci nel
quadrato. -
Le luci dell’arena mi disorientano e il boato della folla mi investe come un pugno.
Non ho scelta, quindi afferro una delle corde e salgo.
Manolo mi aspetta all’angolo opposto.
Hanno scelto il mio migliore amico uccidermi.
Il gong non è ancora suonato e lui mi è già addosso. Schivo il
primo fendente per miracolo ma il secondo va a segno. Volo
un metro più là e la montagna di muscoli e placche ossee mi
è di nuovo sopra.
Mi arpiona il collare e mi solleva da terra, idiota! Saltando gli
avrei tranciato via le dita di netto.
Invece mi ritrovo sbattuto contro le corde elastiche.
Non posso fare un granché contro uno che ha il corpo ricoperto da placche inespugnabili, ma Manolo è il mio migliore
amico, si fermerà prima di ammazzarmi.
Mi sollevo a fatica e lui fa due passi indietro. Lo vedo roteare
su se stesso, è una mossa che abbiamo provato un sacco di
volte.
Lui tenta di colpirmi al fianco con una falcata della coda, io
salto e mi materializzo alle sue spalle.
Questo era il vecchio copione.
Il colpo è talmente forte da fare rumore. Nel boato della folla
che lo accompagna, riesco a sentire le mie costole spezzarsi.
Grido, ma il fiato mi muore in gola.
Manolo è disorientato, gira su se stesso, finge di reclamare i
suoi applausi ma sta aspettando che io mi alzi, intanto l’ar-
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