stò e osservò le sue mani titaniche. Il formicolio divenne ben
presto un vago dolore, infine una lancinante sofferenza. Intorno a lui la terra e l’aria fremevano, percorse da una vibrazione talmente possente da disgregare ogni conformazione.
Anche il suo corpo era attraversato dalla nuova frequenza
distruttrice e, nel giro di pochi istanti, lui, il bosco, le montagne, la neve, ogni cosa prese a disgregarsi, ogni parte si separava dalle altre tornando allo stato di magmatica polvere
di materia vorticante.
Tanto tempo fa, in un luogo che nessun occhio ha mai scrutato e in un momento che nessun calendario potrebbe aver
segnato, una minuscola particella di materia viaggiava veloce quasi quanto la luce. Aveva un solo desiderio: avere. Voleva impossessarsi di qualcosa. Venne ben presto a incontrare
un’altra massa, altrettanto piccola. Esse si congiunsero ma,
per qualche oscura ragione, la volontà del secondo granello
si adeguò a quella del primo e anche lui desiderò esclusivamente avere. Insieme iniziarono ad esercitare una debolissima attrazione nei confronti di altri microscopici frammenti dell’essere. E così, col passare del tempo, un tempo
incalcolabilmente lungo, il loro desiderio attrasse altri granelli di pulviscolo che si unirono e si adeguarono alla volontà, sempre più schiacciante, della massa. Centinaia, migliaia, milioni, miliardi, biliardi… L’entità crebbe a dismisura, il
campo gravitazionale, la somma dei loro desideri di possesso, divenne sempre più esteso. Si formarono vortici cosmici
di polvere attratta verso quella sfera imponente. Bagliori e
lampi improvvisi testimoniavano l’aumentare dell’energia
di quel sistema che crebbe fino a raggiungere una massa cri-
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