SB Storie Bizzarre SB N8 | Page 50

tica. Scoppiò così un inferno di fuoco. L’esplosione innescò altre esplosioni e reazioni a catena si susseguirono una dopo l’altra. La massa si accese e brillò, stella fra le stelle, rovente, incandescente, luminosa. A quel punto gli infiniti e minuscoli granelli iniziarono ad avere immagini di possibili alternative al semplice avere. Poste determinate condizioni avrebbero potuto separarsi, distinguersi. Il fuoco, la loro luce, avrebbe potuto espanderli e disperderli andando a nutrire nuove forme più complesse. Ma, per qualche oscura ragione, non vollero e preferirono avere ancora di più, avere tutto. Il loro fuoco perciò non durò così a lungo quanto si possa pensare. Altra materia affluì verso il loro desiderio, violento centro d’attrazione. L’energia sprigionata dal calore non fu più sufficiente a contrastare la loro stessa bramosia di avere e ad un tratto la massa implose, attratta da se stessa. E divenne oscura. Divenne buia. Divenne una macchia nera nel tessuto del firmamento. Un immenso ente indifferenziato, fatto di identità minuscole e infime, che avevano tutte un solo scopo: avere. Lenta come l’immobilità stessa e immensa tanto quanto l’immaginazione possa pensare, la massa non aveva nome e non aveva identità. La massa era il concentrarsi delle cose senza significato né scopo. La massa da tempo immemore viaggiava nelle sconfinate distese dello spazio, e assorbiva tutto ciò che incontrava al suo passaggio. La massa ora incontra il corpo-pianeta di Eren-eren-eren e degli altri Arconti minori e Maggiori che, senza poter fare nulla se non accondiscendere a quella forza divina e implacabile, finiscono tutti inesorabilmente risucchiati nel buco nero mentre ancora meditano sulle prossime stringhe che 50