niente dalla consolle di fronte a noi.
Smith guarda il display di fronte a sé e dice: - Parti pure, Susan. L’auto si mette in moto e, silenziosa, scivola fra le strade di
Londra allontanandosi dalla City, dove ha sede la Butterfly
Corporation.
- Douglas Pub? - ripeto. So dove il mio collega vuole andare
a parare, ormai è una tradizione all’apertura di ogni nuovo
caso.
- Scherzi? - mi dice, ridendo. - Il modo migliore per carburare è un Gotto Pangalattico. I cerotti-cambia-umore arrivano
fino a un certo punto: sai che ci aspetterà una giornataccia e
un’altra nottataccia chini su documenti e risultati di analisi
di laboratorio. Sorrido, in realtà poco convinto. Non mi entusiasma l’idea
di bere. - Ho litigato con mia moglie, non so quanto sia una
buona idea. E per cosa credi che abbia evitato di guardare la
scena del crimine? Sono debole di stomaco. - Anderson, quante scuse stai cercando di campare? - mi
chiede, staccando gli occhi dalla strada. - Bere non ti farà
altro che bene. Solo per stasera, dai. Mi guardo attorno: stiamo lasciando la City e l’auto elettrica
sguscia per una via secondaria. - D’accordo.Che Gotto Pangalattico sia! Il nastro del bancone si ferma davanti a noi, portandoci
due bicchieri colmi di un liquido verdastro e pieni di ghiaccio. Me ne accorgo a malapena: ho lo sguardo fisso sul mio
taccuino elettronico, dove sono aperti ancora i file del caso.
Scorro le foto della scena del crimine: il professor Brown gia-
32