avrebbero avuto molto da dire sulla vita sociale del giovane
e la porta. C’erano delle sorgenti luminose che corrispondevano perfettamente alla posizione del sole, ma nulla di visibile ad occhio nudo che fosse contemplato dalle leggi della
meccanica quantistica. Di fatti la luce c’era e non c’era allo
stesso tempo.
- Il fatto è che, essendo suo padre stato precedentemente
un matematico, il ragazzo si sente in ovvia soggezione nei
confronti di una materia che involve l’opinione del genitore il quale, come conseguenza alla sua carenza d’affetto in
gioventù e la mancata affermazione nel mondo del lavoro,
tenterà in ogni maniera di perfezionare il lavoro del figlio
arrivando a far risultare il suo lavoro totalmente errato e superfluo agli occhi di una figura paterna che, oltre a pretendere la perfezione, spronerà il ragazzo a fare, contro la propria
volontà, sempre il meglio. La cornacchia sbatté le ali perplessa. - E questo sarebbe un
male? –
Hiii
- George, noi siamo tornati. - Disse la donna bionda che aveva
appena spalancato l’uscio invadendo, inconsapevolmente, lo
spazio vitale del giovane fisico represso - Se ti serve qual... - Si, si! Sto studiando! - Serrò le mani e si portò il sottile cuscino sulla faccia facendolo sprofondare sulle sue forme come
un telo di velluto su un castello di sabbia. Alzò il volume del
lettore musicale ed utilizzando una rinomata tecnica, spesso
studiata in fenomeni sociologici equivalenti, che consisteva
nel fingere la morte apparente insieme ad un totale disinteresse nei confronti di ciò che accadeva nel mondo esterno,
si girò dall’altra parte finché la madre non chiuse la porta
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