no in realtà altro che la stessa medesima entità ottenuta tramite la fissione dell’osservare, o che più semplicemente le
due entità primarie abbiano interagito l’una con l’altra provocando un grandissimo interesse nei confronti di un oggetto, o di una persona o di uno scoiattolo, provocando così un
fenomeno simile ad un entanglement quantistico. Prima di
essere chiamate in causa tali entità bisognerebbe considerare anche che osservare sia in realtà guardare e vedere allo
stesso tempo, ovvero che guardare e vedere non siano altro
che due stati sovrapposti dell’entità osservare finché uno
dei due stati non verrà chiamato in causa con la semplice
constatazione dello stesso: “sto guardando” o “sto vedendo”
sancendo così un particolare stato dell’essere in questione,
tanto per continuare un esempio grossolano.
Ne consegue che quando lo spettatore sceglierà di guardare qualcosa, la sua attenzione non potrà in alcuna maniera
vedere qualcos’altro, ammesso e non concesso che un’interazione con l’esterno possa permettergli di agire in tale maniera, ma sostituendo lo status precedente.
Tali cambiamenti e stati, seppur in maniera assolutamente diversa, possono essere ipotizzati a livello sub-atomico e
microscopico dove, con le adeguate attrezzature, si osserverebbero svariati comportamenti atti ad affermare tale teoria chiamata “decoerenza quantistica” dove si andrebbe ad
annotare che l’interazione tra loro delle singole particelle
annullerebbe le proprietà quantistiche tipiche delle stesse,
ossia i differenti stati.
Il dilemma consiste nel fatto che dal momento in cui tali fenomeni vengono osservati, o registrati o scoiattolo, a livello macroscopico si ricade immediatamente all’interno della
meccanica classica uscendo dalla quantistica.
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