Al mio arrivo, dopo la spesa, li trovai tutti e tre a fare sesso sulla
moquette del salotto. Le sorelline stavano baciandosi: cavalcavano allegramente; una sfruttava la bocca di Eric mentre l’altra lo
scopava.
- Ciao, Manu: vieni a unirti alla festa? - Propose Chantal.
- No, ho un’idea migliore. - suggerì Anais - Perché invece non ti
seghi mentre ci guardi? Caspita, ho creato un mostro, considerai.
- Credo che farò meglio ad andare in cucina. - Annunciai sbalordito e un po’ invidioso.
In seguito vennero i problemi. Eric non era una persona come
tutte le altre e, per quanto si sforzasse, non riusciva a seguire il
vertiginoso ritmo sociale delle sorelline. Semplicemente non poteva andare in giro, frequentare i locali o partecipare ai concerti
come facevano le gemelle e i loro amici. Le luci, la gente, il trambusto urbano, la musica ad alto volume, lo scombussolavano. Le
sorelline se ne resero definitivamente conto quando, dopo aver
insistito perché le accompagnasse a un concerto di Black Metal,
lui ebbe una crisi epilettica giusto sotto il palco.
Eric aveva i propri tempi, necessitava della propria routine; soprattutto aveva bisogno della Rete. Sicché, a malincuore, le gemelle lo lasciarono al suo m ondo. Lo andavano a visitare spesso
però, soprattutto quando erano giù di corda e sentivano la mancanza della sua simpatia e del suo ottimismo.
Un paio di anni dopo dovetti lasciare Parigi, perché di nuovo facevo fatica a trovare lavoro: qualcuno aveva deciso che bisognava avere un titolo per essere grafici creativi o realizzare siti web.
- Non c’è problema. - aveva proposto Eric - Ti preparo io per
superare gli esami. - Tornare a scuola per imparare cose che conosco perfettamente
e che già faccio da anni? No grazie. 37