Lasciare Eric e le gemelle fu particolarmente penoso. Continuammo a restare in contatto, ma si sa; quando si è lontani non
è la stessa cosa.
Continuavo ad aver notizie degli amici. Buone nuove per quanto riguardava Eric e meno belle a proposito delle gemelline.
Chantal si era laureata ed era andata a lavorare nella banca di
papà.
- È diventata una fighetta insopportabile. - si lamentava Eric - Si
veste da manager e viene a trovarmi solo quando è depressa o
infoiata; uno strazio. Anais, invece, era fuori controllo.
- Va sempre peggio, vaga da un pub all’altro, da un concerto
all’altro, continuamente sconvolta. Anais voleva a tutti costi seguire fino in fondo il detto: vivi veloce, muori giovane e lascia un bel cadavere. La tragedia sarebbe
stata inevitabile.
- La mia Anais, si è schiantata nel Périphérique.- m’informò Eric
una notte. - Guidando una Kawa 1000, senza patente. La morte dell’amica lo fece soffrire molto, sebbene negli ultimi
tempi la vedesse e riconoscesse sempre meno.
Non volle parlarmi approfonditamente di lei e di cosa sentisse
veramente: doveva fargli troppo male.
Mi mandò “Trash”, dei suoi benamati Suede, la canzone che invariabilmente Anais obbligava Eric a ballare con lei, nel loro
modo languido e stralunato, mentre Chantal ed io li prendevamo in giro e ridevamo fino alle lacrime.
Forse, sono i vestiti che indossiamo,
i braccialetti di pessimo gusto e la tinta dei capelli,
forse è la nostra follia,
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