vetto allegro. Osservammo affascinati le sue dita ballare il tip tap
sui tasti e lo sconcertante flusso dei dati sul monitor. In meno di
mezz’ora aveva perforato il sistema dell’università. Ancora qualche rapido comando sulla tastiera, un ultimo return e apparve la
lista con i voti e le osservazioni dei professori di Chantal.
- Caspita ma che brutti voti, fai proprio schifo a scuola. Eh, eh. - Ma, ma come hai fatto? - balbettò Chantal.
- Hai visto brutta stronza! Il ritardato... - disse trionfante Anais.
- Buone, non ricominciate. Già che ci siamo, realizziamo una
piccola rettifica ai voti: facciamo diventare sufficienti le insufficienze delle materie zavorra. Per esempio: Diritto Canonico, chi
se ne frega del Diritto Canonico. Passiamo dal quattro al sei. Diritto Romano, ce ne può fregare di meno? Dal tre al sei. Ti darò
un sei e mezzo in Storia del Diritto; tanto sono tutte panzane che
si possono trovare con una semplice ricerca in rete... Bene per
oggi basta così. - Non ci posso credere. Puoi farlo veramente? - Certo! Senza esagerare, altrimenti se ne accorgono. Ti darò
una mano nelle materie inutili, però in quelle che servono non
ti aiuterò, a meno che tu non dimostri che le studi seriamente. - Accidenti: sei un genio! Come posso ringraziarti? - Semplice: prometti di non litigare mai più con Anais per colpa
mia. Eric aveva una marcia in più ed era bello stare in sua compagnia;
ascoltava molto e parlava poco ma era sempre sensato e positivo,
quando diceva qualcosa. Aveva il dono di animare, di trasmettere la sua passione e voglia di fare. Le gemelline decisero che era
meglio condividerselo che litigare per lui.
Una sera eravamo d’accordo che ci saremmo trovati da Eric, profittando del fatto che la madre se n’era andata per il weekend, e
che io avrei fatto la Paella.
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