- Prima lezione. Dell’irrinunciabile divertimento di programmare in C++. Passai i mesi seguenti studiando e praticando ciò che m’insegnava. Andavo a trovarlo spesso, per la felicità della mamma. Le
mie visite non dispiacevano neanche a lui; non si sentiva troppo
a disagio quando c’ero io e la sua mano cessava di sfarfallare, o
quasi. Eric si dimostrò entusiasta quando venne a sapere delle
mie scorribande tra i Black Blocks. Ascoltava elettrizzato i racconti delle manifestazioni contro il G20.
- Dopo i casini di Genova non mi lasciano più entrare nelle nazioni che ospitano i summit. Sono schedato ormai. - Ammisi.
- Wow, che forte! - Esclamò.
Un giorno montò una videoconferenza in inglese e mi presentò
a una decina di amichetti virtuali. I collegamenti provenivano
da differenti parti del pianeta: America, Germania, Corea, Giappone...
Ci furono commenti non troppo simpatici nei miei confronti:
- Mi sa che è un po’ passato per imparare: non ha l’aria di essere
un fulmine. - commentava una.
- Sicuro che mio nonno con l’Alzheimer, gli dà la birra. - Diceva
un altro.
- Ma ci si può fidare? - Insinuò il giapponese.
- Dai, ma l’hai visto bene? Non ha l’aria d’essere uno sbirro. Lo tranquillizzò il tedesco - None_0 ha detto che era dei Black
Blocks. - Manuel possiede una dote molto speciale. - Tagliò corto Eric.
- Ha un sesto senso per scoprire informazioni. - Spiegati meglio. - Dategli cento porte e lui vi dirà qual è quella giusta da aprire. Non ho mai capito per quale ragione None_0 fosse sicuro della
mia facoltà di “sentire la Rete”, come diceva lui; però col tempo
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