mi casse Bose.
- Ti piacciono i Suede? - Non sono il mio genere, però questa canzone non è male. - Risposi.
- Sei estremo tu. Eh, eh. - Osservò, ridacchiando alla Forrest
Gump.
Il tavolo era letteralmente ricoperto di componenti, tablet e cellulari. Aveva un Mac e un Pc scoperchiati. Li accese entrambi.
- Che sistema usi? - M’informai.
- None_0.0.8 Scossi la testa.
- È roba mia, basata su Unix. - Cazzo! Sono tutti numeri e simboli: ma chi accidenti ci capisce? - Gli iniziati, eh, eh. Ai quali un giorno apparterrai anche tu. Vicino alla torre del Pc c’era un grosso ventilatore.
- Sto provando degli acceleratori e a volte il processore si surriscalda. Eh, eh. -Ridacchiò di nuovo.
- Io? Non ci capisco nulla di ‘sto linguaggio. - Protestai guardando sconcertato ciò che appariva sul monitor.
- Perché sei abituato all’interfaccia. Mano a mano che imparerai,
ti renderai conto che gli interpreti grafici non servono a granché; solo a rallentare il computer. Proprio come nell’esistenza:
la conoscenza di ciò che conta va oltre la realtà apparente delle
cose. Lo guardai a bocca aperta. - E come faccio a imparare, ammesso
che sia in grado. - T’insegno io, se hai voglia. - Eric compilava mentre parlava.
Non guardava me o lo schermo: osservava un punto indefinito a
lato della tastiera digitando a velocità folle. In un attimo creò un
attraente interfaccia grafica, apposta per me.
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