forma. Il suolo sotto il Caduto si alzò e si ritrovò trasportato in
cielo mentre la bomba gli scivolava dalle mani. Un gigantesco
robot antropomorfo, alto circa cento metri si innalzò sul cratere.
I Demoni rimasti fuggirono vedendo un Dio sul campo di battaglia. Arrak aggrappato alla sua daga, che aveva piantato nel metallo, si trovava sull’avambraccio del titano. Il mostro metallico
issandosi colpì la torre che si inclinò. Enmerkar saltò dalla cima
di Shurruppak sulla testa del robot e iniziò la sua marcia verso
la città di Karak.
La Lupa guardò la pistola di Ashtur.
- È una follia! Non pensare ci sia salvezza lì, solo morte.
Asthur rise sotto il suo casco.
- Si! È mia! Ho trovato l’ingresso alla torre casualmente durante
la battaglia, quando con un colpo della mia pistola ad impulsi
un ammasso di rottami è crollato. Credevo fosse tardi ma quel
Gothar mi ha servito bene! Gli Dei mi arridono!
Il Gobbo a fatica raggiunse la bara tenendo sotto tiro la Lupa e,
infilando una mano all’interno, prese la boccetta.
- Adesso muori donna!
Un istante prima di schiacciare il grilletto la torre si inclinò, Janara scivolò improvvisamente sul nuovo piano inclinato invece di cadere a capofitto e il colpo della pistola a impulsi colpì
il terreno dove pochi secondi prima c’era la guerriera. Ashtur
imprecò mentre il braccio nel sarcofago rimase bloccato sotto il
corpo del vecchio.
I Lupi fuori dalla torre inclinata videro un solo modo per fermare il Dio. Arud raccolse la bomba che Arrak aveva perso. I
suoi uomini continuavano a combattere le Furie e a morire con
onore, ma ormai il suo esercito era dimezzato, il giovane Lupo
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