a fatica scalò la parete e si issò di fianco alla bara, aggrappata ad
uno dei suoi lati.
- Utnapishtim? Quindi sei una persona viva o un Dio?
- Tu… sei venuta per … ah … Il vecchio soffriva ad ogni respiro.
- Non affannarti. Nessuno ti farà del male. - la Lupa sentiva il
dolore del vecchio saggio e lacrime amare le sgorgarono incontrollate dagli occhi, pensando al dolore del padre.
Il vecchio rise lievemente - Io non farò più del male vorrai dire
… ah … ho visto Re ed eroi venire da me, ma per secoli non ho
confidato a nessuno il segreto della vita eterna. Ma Gilgamesh era diverso, lui voleva salvare una vita cara, e le sue lacrime
mi fecero cedere. Adesso tu vieni con le stesse lacrime, lacrime
di una figlia. E io dovrò consegnarti la cura. Ma ti chiedo, non
lasciare come Gilgamesh la cura in mani sbagliate, distruggila
dopo averla usata. Non è umano tornare dalla morte. Il mondo
finirà come già è successo.
Le lacrime della Lupa si rafforzarono e mentre il vecchio gli porgeva una boccetta metallica, Janara gli spinse la mano indietro.
- Quello che tu dici è giusto. Non condurrò mio padre ad una
vita di schiavitù mentale, ne esporrò il mio popolo al rischio di
un contagio. Forse questo viaggio mi ha fatto capire che il mio
posto adesso è a capo dei miei Lupi. Grazie saggio Utnapishtim.
- Tu sei benedetta dagli Dei, Janara Alirosse, adesso va che il
tempo della fine è giunto, e non girarti indietro… - il vecchio
esalò il suo ultimo respiro.
Janara si voltò per discendere quando Ashtur ansimando si affacciò verso la piazza.
- Sei storpio ma la forza non ti manca - ringhiò la guerriera.
Nezor si batteva con la grazia assassina della sua stirpe saltan29