- Come ci hanno trovato? Impossibile! - poi pensò alle porte rimaste aperte e ai sistemi di sicurezza elusi e, imprecando Pestilenza, Janara raddoppiò gli sforzi nella scalata.
- Prosegui da sola! - Nezor si fermò impugnando i coltelli, mentre i fasci di energia della pistola di Ashtur creavano crateri sulla
parete giardino, alzando grasse nubi di terra.
- Ho un conto in sospeso con quel dannato.
- Nezor tu mi hai condotto fin qui rispettando il tuo patto, ma
non sono donna da lasciare un compagno nella battaglia.
- Se vuoi trovare la cura per tuo padre vai, tra poco non esisterà
più nessuna Shurruppak, il mio signore me lo ha confidato! Va
ora!
7. Deus Ex Machina
Parare e colpire. In una battaglia dove chiunque ti accerchia è un
nemico, tutto quello che c’è da fare è parare e colpire, e questo
Arrak lo sapeva bene. Nel cuore della mischia il principe Caduto
combatteva con il vigore di cento uomini distruggendo Demoni
e robot volanti con la stessa brutale precisione. Impugnando la
sua daga e un fucile automatico strappato dalle fredde dita di un
deforme, si faceva largo tra la calca verso la base della torre mentre le ferite si aprivano e chiudevano sul suo massiccio corpo. La
battaglia lo portò a deviare di lato verso est e presto si trovò di
fronte degli uomini molto simili a Janara. Il principe non sapeva
cosa facessero lì ma conosceva quale era il suo compito. Quando alzò la spada per colpire uno di loro, un giovane Lupo parò il
suo fendente. I due battagliarono a lungo mentre gli altri guerrieri fecero un cerchio intorno a loro. Arrak era quasi divertito
dall’aver trovato un rivale così abile, mentre ad ogni contatto di
spade il Lupo sembrava volersi fermare per parlare. Il principe
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