Dei del mondo, Guerra, Morte, Fame e Pestilenza, che regnavano dai loro troni posti ai quattro angoli della Terra. Antiche leggende del suo clan narravano come la guerra della fine dei tempi
aveva distrutto la civiltà prima di loro e di come si era conclusa
con la venuta dei Quattro e delle loro Furie sulla Terra. Le Furie.
Adesso i racconti diventavano realtà. Nezor, facendo impennare
il destriero nero, indicò la torre al centro della discarica. Dopo
aver disceso le colline fino al fondo, proseguirono guardinghi,
mentre i primi raggi creavano più ombre che luce.
Avanzarono a lungo guidati dalla torre e arrivati nel cuore della necropoli per proseguire dovettero spronare le cavalcature a
salire su scheletri di automobili, camion e autobus che intasavano le arterie principali, ormai ricordi perduti come spettri, i
quali a Janara non suggerivano nulla, ammucchiate e coperte
dalla sabbia radioattiva. Stormi di uccelli scuri si levavano dalle sommità dei grattacieli diroccati. I tre cavalieri si fermarono
al centro di una larga piazza vicino ad una statua spezzata che
avrebbe dovuto rappresentare un uomo importante. Un enorme passaggio sopraelevato era crollato e un treno, arrugginito
e consumato dalla pioggia di tempi immemori, pendeva fino al
suolo. Diversi crateri butteravano l’asfalto in più punti facendo
penetrare dell’acqua sporca attraverso il suolo e quello che restava degli altissimi palazzi era parzialmente ricoperto da sabbia e
piante grasse. Arrak costrinse il cavallo a rotare su se stesso e si
guardò intorno.
- La torre non è distante, - indicò a sud l’enorme struttura – sei
sicuro di saperci condurre lì dentro Nezor?
Il serpente lo guardò con aria truce - Ho promesso di condurre
la Lupa, non il Caduto!
Arrak strinse l’impugnature della spada con lo sguardo distante,
ma Janara li interruppe.
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