gio. - Tossì distrattamente avendo cura di coprirsi con la mano
sopprimendo un lancinante dolore allo sterno.
- Una giovane donna di un’ altra regione del regno, una spadaccina armata di una lunga e sottile spada acuta come la sua mente
e distinta come i suoi lineamenti. - i due guardarono il nonno
con aria interrogativa, - Vuol dire che era molto bella. - aveva
spiegato sorridendo. I nipotini ricambiarono l’espressione e ripresero a far ciondolare allegramente le gambe giù dal letto.
- I due inizialmente erano diffidenti l’ uno dell’ altra, ma dopo
aver compreso che viaggiavano nella stessa direzione decisero
di unire le forze quantomeno nel viaggio, se non nello scopo.
Lei doveva recarsi in una cittadina poco prima della valle per
recuperare degli ingredienti che avrebbero permesso al suo governatore la creazione di una nuova arma di difesa da proporre
direttamente all’ imperatore. Tossì nuovamente ed iniziò a sentire la stanchezza calare su di
lui come un enorme masso levigato.
- Per farla breve: viaggiarono e viaggiarono. Le avversità costringevano i due a lottare insieme, Lasar modificava la materia
mentre Leania, la spadaccina, procurava il tempo che gli serviva
per adoperare i suoi incantesimi, se così vogliamo chiamarli. Il
tempo passava, il viaggio si faceva sempre più lungo, le asperità costringevano i due a stare sempre più vicini, la solitudine a
confidarsi, le paure a dosare la fiducia ed in seguito a fidarsi l’ uno dell’ altra. Passarono prima i mesi, poi gli anni. –
Inspirò profondamente e scosse la testa riflettendo sul suo racconto - Vedete, bambini, non tutto è come nei libri di fiabe.
Quando un posto è molto lontano bisogna farsi parecchi amici
per poterlo raggiungere incolume, affrontare parecchi avversari
e, spesso, decidere di tornare indietro solo per rendersi conto di
quanto sia importante andare avanti.
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