forza di non piangere davanti al primario
- Mi dispiace. - si era scusato quello come se fosse stata colpa
sua, dare notizie del genere non era mai stato piacevole e per
questo motivo si sentiva in colpa ogni qual volta ne dava una Se fossero venuti prima, forse, avremmo potuto fare qualcosa.
- ragionò - Parliamo di una forma disseminata che, se presa per
tempo, forse avremmo potuto trattare con un’ immunoterapia o
più avanti con una chemio. - sospirò - Ma ad ora non c’è nulla
che possiamo fare se non tenerli sotto sorveglianza, insieme, con
ossigeno e nutrimento. - Io lo avevo detto... - Stava singhiozzando la bionda stretta
nell’ abbraccio del marito - L’ avevo detto... L’ uomo si sentiva molto dispiaciuto - Mi disp... - la prego. - L’ aveva interrotto Jason mostrando il palmo della
mano destra.
Il medico annuì e mordendosi la lingua mosse qualche passo
indietro - Se avete bisogno di me, sapete dove trovarmi. - concluse rientrando nella stanza a testa bassa.
La giovane Adia stringeva forte il marito - L’ avevo detto... - Mi dispiace, cara... - Erano le uniche parole che l’ uomo era
riuscito a pronunciare - Mi dispiace... - In quel dì di novembre il mago era dunque partito, da solo e
tormentato dal rimorso, viaggiando in direzione della valle nera.
- Aveva continuato Ulrich che nel frattempo si era adagiato un
poco di più sul materasso del letto coprendosi con le lenzuola
per via di un fastidioso brivido di freddo alla schiena.- Accadde
che con il passare del tempo il mago attraversò foreste, guadò fiumi... - I due piccoli si scambiarono qualche parola - scalò montagne e sorpassò colline, la sua destinazione era ancora molto
lontana quando, inaspettatamente, trovò un compagno di viag58