SB Storie Bizzarre SB N4 | Page 21

sco e duro terreno brullo,al lato della bara metallica piantata in cima alla collina, mentre il liquido di sostentamento si riversava dall’ abitacolo aperto e dai tubi tranciati sul retro. Il cielo stellato piangeva fuoco, detriti spaziali piovevano attraversando l’ atmosfera terrestre, incendiandosi come meteoriti scagliati dai quattro Dei collerici. I suoi occhi, le cui iridi erano rosse come il fuoco che osservavano, si posarono su una città sul mare, a valle da dove si trovava. Il mare. Non lo aveva mai visto. Una lunga ombra, proiettata dalla luna, copriva interamente la colline sabbiose fino alla città. Girandosi per trovarne la fonte, la vide. Shuruppak, l’enorme astronave lunga cinquecento metri che lui, il principe del suo regno, vedeva posta tra le due città spaziali in orbita intorno alla terra, Uruk e Aratta. Ma la piagae la guerra avevano distrutto i due regni, quelli che per loro erano una casa, un mondo. Adesso ricacciato dai cieli si trovava lì, a strisciare sulla dura terra. Le ferite oscene che si erano aperte sulla sua carne rilasciavano sangue in gran quantità. Il Principe si alzò in piedi mostrando la sua muscolosa e nuda figura barbarica. Mai sulla terra un simile fisico possente e proporzionato aveva camminato, dandogli l’ aspetto di un antico dio. Il viso duro era sormontato da una chioma di corti capelli neri, più simili a pelo di animale. Aprendo la bocca mise in mostra dei canini leggermente più pronunciati del normale. Urlò, di un urlo primordiale, mentre osservava quello che rimaneva del suo mondo piantato a testa in giù, come una torre, al centro di un enorme cratere, che aveva generato il suo impatto con una antica città coperta da un accumulo di materiale metallico antico, a metà strada tra una necropoli e una discarica. Le ferite sulla carne iniziarono a richiudersi mentre le nano macchine presenti nel suo sangue facevano il loro lavoro di riparazione dei tessuti. La sua salvezza e la sua maledizione. Si inginocchiò piantando i 21